Lega, Fregna straccia Zera. Ma i veleni non finiscono

Eletto con 87 voti a 13 il nuovo segretario della circoscrizione Medio Mantovano. L’ala dello sconfitto contesta la regolarità della candidatura. Carra: collaboriamo
Luigi Fregna, primo da destra, con Andrea Dara e Massimo Zera
Luigi Fregna, primo da destra, con Andrea Dara e Massimo Zera
Luigi Fregna, primo da destra, con Andrea Dara e Massimo Zera
Luigi Fregna, primo da destra, con Andrea Dara e Massimo Zera

MANTOVA. Luigi Fregna, consigliere comunale a Castel d’Ario ed esponente dell’anima ortodossa vicina al segretario federale Matteo Salvini, è il nuovo segretario della circoscrizione Medio mantovano della Lega. Ha battuto nettamente il suo avversario, Massimo Zera, consigliere comunale a Mantova e vicino all’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava. Fregna si è imposto con 87 voti a favore contro i 13 raccolti dal suo sfidante (2 le schede nulle, 105 gli aventi diritto al voto).

Con l’elezione del salviniano Fregna le due anime leghista si riequilibrano all’interno del direttivo provinciale: sei a sei, con il segretario Antonio Carra, di simpatie salviniane ma eletto mesi fa con il consenso dell’ala di Fava e, quindi, per nulla intenzionato a forzare la mano,che sarà determinante nelle scelte da prendere. Il segretario plaude alla «grande sensibilità» dimostrata dai militanti: «Più dell’80% degli aventi diritto si è recato alle urne. Il risultato di Fregna è inequivocabile. Lui, comunque, ha personalità e buon senso per collaborare con tutti nel direttivo. Adesso che tutti i tasselli nel direttivo sono andati al loro posto, si può cominciare a lavorare guardando agli appuntamenti elettorali che abbiamo davanti. Confido, dunque, nella responsabilità di tutti».

Chiaro l’invito a sotterrare l’ascia di guerra, a lasciare da parte le divisioni tra faviani e salviniani e a lavorare tutti insieme per centrare i vari obiettivi. Il clima, però, nel Carroccio resta teso. I faviani non sono convinti della regolarità della candidatura di Fregna. A tal proposito, Vincenzo Chizzini e Marco Prandini hanno fatto verbalizzare che nel 2013 e nel 2014 il consigliere comunale di Castel d’Ario non aveva la tessera di militante leghista: «Questo lo sappiamo bene - dice Chizzini - perché all’epoca io ero responsabile provinciale del tesseramento e Prandini segretario provinciale. Se poi Boni e Bosatra, i due commissari che si sono succeduti alla guida della Lega, abbiano regolarizzato la posizione di Fregna sarà il nazionale a dirlo».

«La commissione verifica poteri - replica Carra - ha fatto i suoi controlli e ha trovato regolare sia la candidatura di Zera che quella di Fregna. Quindi, per noi è tutto a posto». Anche il presidente dell’assemblea, Andrea Dara, conferma la regolarità dei lavori congressuali: «Io ho solo verificato che i due candidati avessero i sei mesi di anzianità di militanza per candidarsi e che i votanti fossero iscritti da più di un mese. Quelle condizioni c’erano e, quindi, tutto si è svolto regolarmente». Il candidato sconfitto, però, rincara la dose: «Io - dice Zera - mi sono candidato perché la sezione cittadina è condotta con metodi carbonari. Volevo fare da collante; purtroppo, però, vedo ancora una Lega spaccata ».

di Sandro Mortari

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