I partigiani: spazio da negare Il Comune: non era possibile

MANTOVA. Arriva CasaPound e subito si scatenano le proteste. A dare il la alla contrapposizione è l’associazione nazionale partigiani con il coordinamento dei promotori dell’appello «Mai più fascismi». In un comunicato firmato dal presidente dell’Anpi provinciale Luigi Benevelli e sottoscritto da Arci, Cgil, Cisl, Libertà e Giustizia, Sinistra italiana, Equal, Alessandro Monicelli, Ruggero Ruggeri, Rifondazione comunista, Sucar Drom, Articolo 3 e Movimento non violento, si esprime «disappunto e dispiacere» per la concessione di una sala pubblica della città «alla lista neofascista di CasaPound».

Il dito accusatore viene puntato contro il Comune, pur riconoscendo che non è responsabilità sua «se le liste di CasaPound sono state ammesse alle elezioni del 4 marzo»; «ciò non toglie che si potesse evitare la scelta politica dell’autorizzazione all’uso di uno spazio pubblico». Secondo i firmatari, il Comune avrebbe avuto tutte le ragioni per opporsi: «il raid terroristico di Macerata, il pestaggio dell’agosto scorso in piano centro a Mantova e le decine e decine di aggressioni avvenute in giro per l’Italia». Per questo «è inaccettabile che le organizzazioni neofasciste promotrici di violenza e fomentatrici di guerra tra poveri non vengano sciolte». Il comunicato si conclude con l’invito a chi si riconosce negli ideali dell’antifascismo a «non cadere nella trappola dello scontro muscolare».

«Il Comune deve rispettare le leggi - taglia corto il sindaco Mattia Palazzi - Fosse per me CasaPound non dovrebbe neanche partecipare alle elezioni ma fintanto che è ammessa le sale le vanno date».

Per avere uno spazio pubblico per manifestazioni politiche i richiedenti devono firmare in Comune un modulo con cui si impegnano a rispettare la Costituzione, laddove vieta la ricostituzione del partito fascista, e le leggi Scelba e Mancino. Questa dicitura è stata voluta dal consiglio comunale con l’ok dato lo corso dicembre alla mozione di Pd, Sinistra italiana e Lista civica Palazzi. Il modulo, però, che lo Sportello unico utilizza non è quello concordato visto che contiene soltanto il riferimento alla Costituzione.

Comunque sia, «CasaPound l’ha firmato - afferma l’assessore alla Polizia locale e alla legalità Iacopo Rebecchi -. Anche un’altra volta, quando hanno fatto banchetti in centro e a Lunetta, l’aveva fatto, pur facendo seguire una lettera di protesta ritenendo anticostituzionale il modulo». E aggiunge: «Fosse per noi non concederemmo sale o suolo pubblico a CasaPound in quanto si ispira a princìpi che sono agli antipodi dei nostri valori democratici, ma fin tanto che sarà considerata un’associazione politica legittima non possiamo fare altro che applicare la legge che consente la libertà di riunione e propaganda ai partiti riconosciuti dal nostro ordinamento». (Sa.Mor.)
 

Suggerimenti