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Salvini espelle la Chiozzini: «Si è messa fuori da sola dalla Lega»

Punita per il ricorso al tribunale contro l’elezione congressuale del segretario. Nel Carroccio da 25 anni, l’esponente quistellese non si pente: «Lo farei ancora»

di Nicola Corradini
1 minuto di lettura

MANTOVA. Il Consiglio federale della Lega ha deciso l’espulsione dal partito di Zoraide Chiozzini, l’esponente quistellese (volto storico dei lumbard mantovani), promotrice di un ricorso, poi rigettato dal Tribunale civile di Milano, in cui si sosteneva l’illegittimità del congresso che ha confermato Matteo Salvini alla guida della Lega. Lo stesso leader leghista ha commentato il provvedimento che non ha precedenti: mai accaduto che il consiglio federale del movimento si occupasse dell’espulsione di una militante che non ha incarichi di alto livello.

«Sicuramente, chi ha fatto campagna contro la Lega, fondando altri partiti e invitando a votare altri partiti, non farà più parte della Lega. Questo mi sembra evidente - ha affermato il segretario leghista parlando coi cronisti - oggi c’è stato un provvedimento nei confronti di una persona che ha fatto ricorso contro la Lega. Questo è da statuto: chi ricorre contro la Lega, chi attacca pubblicamente la Lega, si mette fuori dalla Lega da solo».

Componente del listino presentato dal rivale di Salvini, l’ex assessore regionale viadanese, Gianni Fava, al congresso, la Chiozzini aveva presentato un ricorso a ridosso della presentazione delle liste per le elezioni, in cui si chiedeva che fosse riconosciuta l’illegittimità dell’elezione di Salvini per alcune irregolarità procedurali.

Venticinque anni nella Lega, tre mandati come consigliere comunale, ed ex segretaria della circoscrizione leghista del Basso Mantovano, la Chiozzini riferisce di aver saputo formalmente dell’espulsione dal movimento da una telefonata del segretario provinciale, Antonio Carra.

La Chiozzini era anche membro del direttivo provinciale del partito. «In realtà la telefonata del segretario ha ufficializzato una cosa che già mi era stata riferita nel primo pomeriggio - dice la Chiozzini - non sono stupita del provvedimento, a meravigliarmi è che si sia addirittura scomodato il consiglio federale per punire l’ultima militante dell’ultima provincia lombarda. Pensavo che Salvini avesse ben altre questioni per la testa in questo momento. Non mi pento di quanto ho fatto, lo rifarei. Non ho voluto colpire la Lega ma l’elezione a segretario di Salvini che continuo a ritenere irregolare. Per quanto mi riguarda ora farò la battitrice libera. Continuo a sentirmi leghista, ma nel vero senso del termine. Piuttosto Salvini, che ha fondato due nuovi partiti, dovrebbe essere il primo a lasciare il movimento».


 

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