La preside della scuola Sacchi chiede armadi ai genitori

«Alla Sacchi solo 3 aule su 19 li hanno». Le opposizioni: «Scuola in degrado, Palazzi intervenga subito»

MANTOVA. Muri delle aule scrostati, bagni ai limiti dell’agibilità, infissi da cambiare al più presto, arredi insufficienti (molti i banchi uno diverso dall’altro) tanto che la preside ha chiesto ai genitori di donare armadi usati in cui custodire il materiale scolastico.

Benvenuti nella scuola media Sacchi di via Frattini dove il presidente della commissione consiliare pubblica istruzione, il leghista Massimo Zera, ha effettuato un sopralluogo per documentare lo stato di degrado in cui versa il plesso. Decine di fotografie inviate poi alla dirigente del settore Irma Pagliari e all’assessore alle politiche educative Marianna Pavesi, accompagnate, qualche settimana dopo, da un’interrogazione, firmata anche dai colleghi Michele Annaloro e Tommaso Tonelli dei Cinque Stelle, Giuliano Longfils e Pierluigi Baschieri di Forza Italia e Luca de Marchi di CasaPound, con cui si chiede all’Amministrazione comunale di intervenire al più presto. Con una parentesi aperta dalla dirigente della scuola Antonella Daoglio che, con una lettera alle famiglie degli studenti inviata il 20 febbraio, ha messo in luce una situazione a dir poco incresciosa.

«Solo tre aule su 19 - scrive la preside - sono dotate di armadi in buono stato e con chiusure efficienti» per custodire «in sicurezza i materiali scolastici». Considerata, però, «la cronica insufficienza di risorse finanziarie, prima di attivare le procedure di acquisto, ho chiesto ai genitori di verificare il possesso di eventuali armadi da ufficio in buono stato. Ringrazio fin da ora i genitori che vorranno donare alla scuola gli arredi».

La lettera è finita nelle mani dell’opposizione e l’ha trasformata in prova d’accusa contro una giunta «che non è a conoscenza dello stato di degrado degli arredi nonostante sbandieri di aver dotato le scuole di sua competenza di ogni ben di Dio». Per le minoranze di Via Roma questa è una situazione da «secondo dopoguerra», quando le famiglie meno povere davano ai loro figli boccettini di inchiostro nero e carta assorbente da portare a scuola «per alimentare calami incastrati in banchi uno diverso dall’altro e per ridurre gli sversamenti di inchiostro».

Dopo un’altra sollecitazione alla dirigente comunale per conoscere la situazione arredi nella scuola Sacchi, Zera si vede recapitare dalla Pagliari una e-mail con la rendicontazione degli arredi acquistati dall’istituto comprensivo Mantova 2, di cui fa parte la scuola. La risposta, però, del dirigente «è incompleta - dicono i sottoscrittori dell’interrogazione - perché ad oggi nulla si sa della vicenda armadi in aula né, tantomeno, della distribuzione dei vari arredi scolastici». Nella e-mail della Pagliari, infatti, si citano varie fatture, senza indicare la data, da cui si evince che sono stati acquistati arredi per 5.434,52 euro (75 seggiole, 45 banchi scolastici, 30 banchi grandi pera attività, un mobile cassettiera, una cattedra, una lavagna e un classificatore) destinati ad Ardigò, Sacchi e don Mazzolari.

«Come siano stati distribuiti - aggiunge la dirigente - non si deduce dalla fattura». Si sa, invece, che sono stati spesi altri «2.704 euro» per comprare «50 banchi, 50 seggiole e due cattedre destinate alla Nievo». «Vogliamo sapere - concludono i sei firmatari dell’interrogazione - quali azioni intenda intraprendere l’amministrazione civica» non solo per il caso specifico della Sacchi, ma anche per casi simili in modo da venire incontro «alle doverose e giuste richieste dei dirigenti scolastici, sia in fatto di arredi che di interventi strutturali e non, sulle varie scuole comunali».

Sandro Mortari

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