Viadana, acqua potabile per la missione in Tanzania

Il missionario viadanese fra' Paolo scrive al fratello: dopo anni di lavoro, otto fontane per tutti. Prima donne e bambini erano costretti a percorrere lunghi tratti con un pesante secchio in testa.

VIADANA . È stata una Pasqua davvero di resurrezione nella zona di Pomerini (Tanzania), la parrocchia in cui opera il missionario viadanese fra' Paolo Boldrini. Lo racconta lo stesso religioso, in una lettera inviata nei giorni scorsi al fratello Cesare e alla comunità parrocchiale di Viadana. «Dopo un lavoro a tappe durato diversi anni – scrive il diacono francescano – finalmente gran parte della gente del villaggio di Kitowo (circa 2.500 abitanti) può attingere acqua potabile in otto diverse fontane, su un percorso di quattro chilometri e mezzo».

Prima donne e bambini erano costretti a percorrere lunghi tratti con un pesante secchio in testa. La pompa funziona grazie ad un impianto fotovoltaico; e l’accesso è gratuito, salvo il rispetto di regole per prevenire usi impropri. Come nota fra' Paolo, «ciò è stato possibile grazie a un clima pasquale di sinergie»: hanno dato una mano le offerte della Chiesa valdese, la manodopera prestata da Tulime (una onlus italiana) e Mawaki (la cooperativa del villaggio), e la collaborazione degli enti pubblici interessati. La popolazione ha lavorato gratis agli scavi, e anche il rabdomante, un missionario, non ha ricevuto niente in cambio, se non l’ospitalità dei frati. La realizzazione di un secondo acquedotto è al via nel villaggio di Ukgewa: «I circa 7000 euro necessari sono stati raccolti da una coppia di sposi italiani, giunti a Pomerini per il viaggio di nozze». La Cei coi fondi dell’8 per mille doterà le scuole di attrezzature didattiche, mentre altre onlus interverranno per i bambini sieropositivi e disabili.(r.n.)
 

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