Alleanza anti-povertà. Appello alle fondazioni e alle associazioni

Il sindaco: da settembre un tavolo per strutturare i progetti. Più di 500 le famiglie assistite, ma tante restano nell’ombra



MANTOVA. La povertà cresce sempre di più in Italia e anche Mantova non è immune da questo fenomeno indotto da una crisi economica che continua a mordere. Chi ha il polso della situazione perché è ad esso che i cittadini in difficoltà si rivolgono in prima istanza, è il Comune. Il quale è pronto a mettere in campo un’azione di contrasto della povertà e dell’emraginazioen sociale che ne deriva ancora più forte di quella portata avanti finora.

«Serve una grande alleanza contro la povertà tra Comune, terzo settore, Caritas, opere della Diocesi, sindacati, Aler e Fondazioni bancarie nel segno della pianificazione, della programmazione e della gestione condivisa di servizi per dare risposte che tengano assieme assistenza, lavoro e promozione sociale» lancia l’idea il sindaco Mattia Palazzi. Che a settembre punta a convocare attorno ad uno stesso tavolo i vari soggetti. «A coordinarlo - annuncia - saranno il consigliere di sinistra italiana Fausto Banzi, presidente della commissione servizi sociali, l’assessore al welfare Andrea Caprini e la collega alla famiglia Chiara Sortino». Quel tavolo sarà la cabina di regìa per «analizzare dati e strutturare progetti per l’inclusione sociale, coinvolgere le imprese per gli inserimenti lavorativi». «Non vogliamo lasciare indietro nessuno - promette Banzi -. Il nostro impegno non sarà solo di tirare fuori le persone dallo stato di bisogno immediato, ma anche attivare strumenti per ridare speranza nel futuro soprattutto ai più giovani».

I nuclei familiari assistiti dal Comune rimangono, mediamente, 500 all’anno; tra di loro vi è un ricambio naturale tra persone che escono dalla condizione di povertà grazie ai percorsi attivati dai servizi sociali e altre che entrano nella condizione di disagio economico. Tanti nuovi poveri, però, vuoi per una forma di pudore, vuoi perché non sanno a chi rivolgersi, rimangono nell’ombra e soffrono. Il tavolo punta a fare emergere queste nuove fasce di povertà , ad assisterle e ridare loro una speranza.

Un altro dato interessante è il numero di richieste di reddito di inclusione pervenute in Via Roma, ben 487 al 31 maggio scorso, che fanno venire a galla altri poveri. Dopo un’approfondita istruttoria il Comune le ha inviate all’Inps, che ne ha accolte 176, respingendone 224 grazie ai controlli incrociati (altre 45 sono ancora in lavorazione e ulteriori 43 sono state revocate, sospese o sono scadute). Non essendo il Rei una misura di assistenzialismo (viene concesso solo a chi non gode di altri sussidi e non ha reddito), i controlli permettono di concentrare le risorse su chi ha bisogno effettivamente di un aiuto e non gode di alcun sostegno.

Dal 2015 l’amministrazione Palazzi ha aumentato i fondi destinati al welfare di oltre un milione di euro ogni anno, arrivando a spendere circa 7,5 milioni all’anno «Un investimento che non ha precedenti a Mantova - osserva il sindaco - al quale si aggiungono 1,5 milioni sull’emergenza abitativa, con la realizzazione di 32 nuovi alloggi e un sostegno economico per la riduzione della morosità a circa 800 famiglie, permettendo così di evitare oltre 200 sfratti». Il Comune ha anche potenziato il dormitorio pubblico ed è andato incontro ai ceti medi con gli asili nido gratis e l’esenzione dall’Irpef locale per 4.500 cittadini. —
 

Sandro Mortari

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