Festa al cappellano di Rebibbia, Ostiglia abbraccia don Roberto

Messa e pranzo nel paese dov’è nato: le offerte destinate ai detenuti del carcere di Roma dove lavora da ventisette anni

OSTIGLIA. La festa organizzata in occasione del trentesimo di sacerdozio si trasforma in un abbraccio della comunità ostigliese a don Roberto Guernieri, cappellano maggiore al carcere di Rebibbia, che ha scelto il sacerdozio come faticosa missione tra gli emarginati. Cinquantanove anni, di Ostiglia, ha voluto condividere questo traguardo con gli amici di sempre e la famiglia, la mamma e i fratelli Luca e Giuliano.

Per lui arriva in mattinata, durante la messa, una lettera dell'amico conosciuto a Rebibbia anni fa, oggi vescovo di Mantova, Marco Busca, letta dal parroco don Alessandro Tomasi. Una missiva che contiene la sintesi di una vita spesa per gli altri. In trecento hanno partecipato al pranzo organizzato dalla parrocchia, presenti il sindaco Valerio Primavori, il vice Omero Vinciguerra, l'ex parroco don Bruno Ghiroldi e don Antonio della diocesi di Mantova.

Don Roberto tornerà a Roma domani. «Condividete il vostro cuore perché solo così si fanno le grandi opere della vita» è il suo messaggio lasciato ai compaesani. La parrocchia di Ostiglia gli ha donato la preziosa casula indossata nella messa solenne di ieri, mentre il sindaco Primavori l'ha omaggiato di un libro fotografico che ritrae scorci dei giardini storici di Ostiglia.

Le offerte della messa e del pranzo sono state devolute ai carcerati di Rebibbia, l’istituto di pena romano dove il sacerdote ostigliese lavora da ventisette dei trent’anni di missione pastorale trascorsi a Roma. —


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Paola Merighi

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