Prostituzione nel pub: in due a processo con l’accusa di sfruttamento

Nel mirino della magistratura il Marylin di Correggioli. Contestata anche l’inutilizzabilità delle uscite d’emergenza

OSTIGLIA. Sfruttamento della prostituzione: con questa accusa sono finiti a processo Gianni Molesini, 48 anni di Sermide, e Albino Rossi, 63 anni di Melara in provincia di Rovigo. Violando la legge Merlin, in concorso tra loro - il primo quale gestore del locale “Disco Pub Marylin” di Correggioli, il secondo in qualità di collaboratore - consentivano all’interno del locale l’esercizio della prostituzione. Non solo. Secondo l’accusa avrebbero anche reclutato le donne, almeno una decina, in grado di garantire l’illecita attività che si sarebbe svolta dall’estate del 2014 fino all’8 novembre dello stesso anno.

Stamattina (1 ottobre) davanti al collegio giudicante composto dai giudici Enzo Rosina, Beatrice Bergamasco e Antonio Serra Cassano si è tenuta la prima udienza, nel corso della quale sono state introdotte le prove e individuati i testimoni. Il processo entrerà nel vivo il 21 gennaio prossimo. Ma lo sfruttamento e il reclutamento delle prostitute non sono le uniche accuse di cui i due imputati devono rispondere. A loro viene anche contestata la violazione della legge che tutela i diritti d’autore, avendo utilizzato cd e dvd privi del marchio Siae. E di non aver provveduto a rendere visibili e utilizzabili le uscite d’emergenza.

Un anno prima, quando il locale si chiamava Red Devil, fu al centro di un servizio delle Iene nel corso del quale una testimone ammetteva che la gestione del privé comprendeva anche prestazioni sessuali. E che le ragazze potevano ricevere 75 euro a prestazione, mentre al tenutario andavano 25 euro.

Nemmeno un anno dopo, a novembre del 2014, scattava il blitz dei carabinieri nel pub che nel frattempo aveva cambiato nome, da Red Devil e Marylin music bar. Operazione condotta dai militaru di Ostiglia e Gonzaga. Durante il controllo a sorpresa nel locale si trovavano clienti in atteggiamenti espliciti.

Da qui la denuncia per favoreggiamento del gestore, Gianni Molesini e con lui quella di Albino Rossi. Quest’ultimo risultò coinvolto nella gestione dell’ex Titanic di Pomponesco, locale dove si esercitava la lap dance senza autorizzazioni. Rossi che faceva parte del consiglio direttivo fu condannato a pagare una multa.

Anche il ristorante hotel Palas di Ostiglia, distrutto da un’esplosione il 3 ottobre di due anni fa, era stato gestito per un certo periodo di tempo dalla famiglia Rossi. 

Giancarlo Oliani

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