CASTELBELFORTE. Approvato dal tribunale di Mantova il concordato preventivo della società conosciuta in passato con il nome di Riso Roncaia. Il piano di salvataggio predisposto dall’avvocato Claudio Silocchi è dunque entrato nel vivo per ridare ossigeno a un’azienda nata a Castelbelforte nel 1790.
Un’azienda, che fin dalla sua creazione, lavora e confeziona il riso, con elevati standard qualitativi. Ora la società è denominata MRC e, nonostante la recente costituzione, ha raccolto e porta avanti l’eredità della famiglia Roncaia, impegnata da cinque generazioni in questo specifico settore. Paolo Rebecchi è stato confermato commissario giudiziale.
Il piano prevede un affitto d’azienda con l’impegno irrevocabile dell’acquisto finale pari a 4 milioni e 630mila euro e un canone mensile per sette anni di 70mila euro. È prevista una procedura competitiva, vale a dire una gara che preveda il versamento di una cauzione di 463mila euro.
Le offerte devono essere presentate entro il 18 dicembre e il giorno successivo ci sarà l’apertura delle buste.
Attualmente il passivo dell’azienda supera i 19 milioni di euro. La prima adunanza dei creditori è stata fissata per il 27 febbraio 2019.
La società, in passato, ha compiuto importanti investimenti con la messa in funzione di un impianto per la produzione del riso e il suo confezionamento tra i più avanzati e innovativi. MRC rifornisce importanti operatori della grande distribuzione italiana ed esporta i propri prodotti anche in Australia, Stati Uniti, Canada, Paesi Bassi, Germania, Austria, Francia, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Slovenia, Croazia e Paesi Bassi; più recente è lo sviluppo commerciale con i Paesi del Medio Oriente, vale a dire Turchia, Siria, Libano, Palestina e Giordania.
Il prodotto viene fornito sia con il marchio “Riso Roncaia” che con marchi privati. Attualmente il legale rappresentante della società è Massimo Scotti, 61 anni, di Pavia. L’intero piano di salvataggio ha una durata di sette anni, al termine dei quali l’azienda dovrà essere - come già accennato - acquistata al prezzo di quattro milioni e 630mila euro. L’intera procedura è stata seguita dal giudice Andrea Gibelli.