Folla e maxischermi in chiesa per l’ultimo saluto a don Dante

Pegognaga. Abbraccio corale della comunità ai funerali del parroco emerito. Presenti trenta sacerdoti, il rito è stato celebrato dal vescovo Marco Busca

PEGOGNAGA . Una folla immensa, che non poteva essere contenuta nella pieve di San Lorenzo, ha dato l’estremo e commosso saluto al parroco emerito don Dante Lasagna. La partecipazione è stata corale e per consentire a tutti di partecipare alla cerimonia funebre, sono stati predisposti due maxischermo sul presbiterio e sul sagrato della pieve.

D’altronde don Dante è stato e resterà a lungo nei cuori e nella memoria della gente di Pegognaga, per l’insegnamento e per la sua capacità di ascolto e di soccorso rispetto alle problematiche delle persone di tutte le età, nonché per i valori cristiani trasmessi a diverse generazioni. Don Dante è stato il parroco celebrante dei sacramenti e dei momenti salienti nella vita dei suoi parrocchiani e sarà ricordato come un prete severo, rigoroso, di grande umanità, presente nelle situazioni di bisogno sia materiale che morale o spirituale. Il rito funebre è stato concelebrato dal vescovo Marco Busca insieme a don Flavio Savasi, padre Wainer Bocchi, don Franco Bettoni, presenti una trentina di sacerdoti della diocesi e le suore Sacramentine.

Fra le autorità il sindaco Dimitri Melli, assessori, l’on. Marco Carra e i parenti di Don Lasagna. All’omelia mons. Busca ha delineato in modo sublime la figura del prete “burbero benefico” in mezzo alla sua gente. «La vita pastorale di don Dante – ha detto il vescovo - è come una pagina scritta con lo spirito del Dio vivente, narrata a due mani: quella del sacerdote che ci ha messo tutta la sua originalità e quella divina, nella convinzione che il bene scritto sulla terra viene scolpito nella memoria eterna. Leggendo alcune sue lettere ed ascoltando le tante testimonianze di chi ha conosciuto don Lasagna, ho capito la complessità poliedrica dell’uomo spigoloso e del sacerdote rigoroso. Fondamentali nella sua vita sono state la creatività, mentre la personalità è stata un mix di generosità, intraprendenza e intuizione nel trovare la soluzione ai problemi, nonché il sogno missionario della promozione umana e della giustizia sociale. Speriamo che qualche giovane raccolga la sua eredità».

Il parroco don Savasi ha ringraziato tutte le persone che hanno reso omaggio a Don Dante, mentre mons. Egidio Faglioni ha tracciato un ricordo personale di don Dante, emozionante l’intervento dell’ex parroco don Marco Cerutti che per tanto tempo è stato un collaboratore del “prete unico ed irripetibile”. Manuela Mazzocchi ha ricordato Don Dante pastore ed educatore. L’ex sindaco Marco Carra ha sottolineato il positivo rapporto con la parrocchia ed ha proposto un riconoscimento pubblico alla memoria. Al termine del rito, un lungo applauso, poi la bara di don Dante è sostata a lungo davanti alla pieve romanica per consentire alla moltitudine dei parrocchiani un caloroso abbraccio finale, quindi la salma è stata tumulata nella cappella dei parroci del cimitero di Pegognaga. —

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Vittorio Negrelli

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