Come eravamo e come siamo 33 anni dopo

Il romanzo “politico” di Veltroni è la storia di un ventenne che si risveglia miracolosamente

Un uomo senza storia, senza passato e un domani breve e incerto. Eccolo Giovanni che si affaccia al mondo di oggi, dopo un sonno lungo 33 anni, cominciato nel giorno dei funerali di Enrico Berlinguer il 13 giugno 1984.

Quando, il romanzo “politico” di Walter Veltroni è ancora un racconto tra due generazioni, quelle che ora fanno fatica a ritrovarsi e parlarsi. La famiglia, il partito, la sezione, i miti della sinistra di allora, tutto era ancora intero, una potentissima suggestione per un giovane di vent’anni. Come eravamo e come siamo. In mezzo trent’anni di cambiamenti radicali, della politica prima di tutto. Un tempo che, per il protagonista del romanzo, entrato in coma proprio durante quell’ultimo rito collettivo dei funerali del segretario del Pci, è un sacco nero e buio. Nel 2017 il risveglio, miracoloso, che grazie all’aiuto di figure preziose (una suora figlia di comunisti e una psicologa), è guidato e sostenuto, avanzando lungo i due fili del passato e del presente che si accavallano di continuo. Con gli inevitabili paragoni, perché si tratta di un presente sospeso e incerto. Un libro nostalgico? Per l’autore la risposta è no. La nostalgia è un sentimento nobile ma, “essendo di sinistra ho voglia di futuro, perché la sinistra è sempre stata cambiamento, non è mai stata conservazione”.

A Roma, quando Veltroni ha celebrato l’uscita del volume nel posto che forse più gli assomiglia, l’Auditorium Parco della musica, in prima fila c’erano il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, due ministri Minniti e Martina, il gotha di un Ulivo che fu e che quella sala vorrebbe si risvegliasse come il protagonista del romanzo.

E’ vero che nel mondo di ieri c’erano le manifestazioni, la musica, il cinema, le mille citazioni del romanzo con quel senso di appartenenza a cui l’autore è legato. Ma il protagonista ha l’ingenuità e l’entusiasmo del bambino: il modo di vivere, di sapere e di comunicare così stravolto; il web, internet è un universo ignoto che lo affascina. Soprattutto guarda con interesse alla grande libertà, di muoversi e di incontrarsi che l’umanità si è conquistata con i mille difetti e le tante contraddizioni. Non era tutto sbagliato prima, non è tutto meglio adesso, e se “qualcuno allora voleva un mondo diverso oggi lo trova cambiato” spiega Veltroni. È la sua idea di sinistra: “Per cambiare il mondo in ogni tempo”. Si arriva al “dubbio, seconda chiave del romanzo”, per fermarsi su una società complessa con troppe semplificazioni. Le certezze tagliano fuori il confronto, mettono fuori gioco il dubbio e lo chiudono in gabbia. E’ l’assenza della comunità a far smarrire il protagonista Giovanni: i compagni di allora ci sono ma non sono più “suoi”, separati e distanti ed è per questo che il futuro fa più paura.

Walter Veltroni QUANDO. Rizzoli 2017. 317 pagine, 19 euro.

di Nicola Corda

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