Gazzetta di Modena

Modena

Don Morandi arcivescovo «Porto Modena nel cuore»

di Gabriele Farina
Don Morandi arcivescovo «Porto Modena nel cuore»

L’investitura del presule che ora è al vertice della Congregazione per la Fede Il ricordo della famiglia. «Sono emozionato per il compito che mi attende»

01 ottobre 2017
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MODENA. «Di Modena nel cuore porto tanto». È commosso Giacomo Morandi, nominato ieri arcivescovo di Cerveteri in duomo, davanti a oltre mille persone.

Difficile spiegare l’emozione di essere chiamato «diletto figlio» da Papa Francesco, che l’ha voluto in Vaticano per diventare segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il suo predecessore, l’arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, è stato nominato Prefetto, occupando il posto che era stato fino al 2005 del cardinale Joseph Ratzinger, poi eletto Papa Benedetto XVI. Così il 52enne monsignore modenese diventa segretario del Sant’Uffizio in cui era entrato due anni fa, quasi in concomitanza con l’arrivo del vescovo Castellucci.

«Questo dono alla Chiesa universale ci rende creditori verso Roma» dice quest’ultimo». «Non so quando riscuoterà il credito», replica con umiltà e innato umorismo il nuovo arcivescovo, smaltita l’emozione del momento.

Sono le 17 quando inizia il cerimoniale della nomina. Sul duomo scende il silenzio, interrotto dal suono delle campane. Il primo a imporre le mani sul capo di Giacomo Morandi, inginocchiato, è il celebrante monsignor Angelo De Donatis, vicario generale del Papa per la diocesi romana.

Seguono don Erio e gli altri 15 arcivescovi concelebranti. I fedeli osservano la scena dal vivo e dagli schermi posti in cattedrale e in piazza Grande. La commozione è tanta.

Don Giacomo è emozionato. Cinto dei segni arcivescovili, prende posto dopo gli abbracci, scova un fazzoletto bianco dalla tasca sinistra e si deterge il volto commosso. Incrocia le mani, poi riprende il fazzoletto per contrastare qualche lacrima che scende. Lacrime che tornano dopo la comunione, distribuita accanto a don Erio. Il nuovo arcivescovo si avvicina al microfono con calma. La voce è ferma, ma la mente è rivolta a tanti pensieri: «La gratitudine e la riconoscenza verso il Papa – spiega don Giacomo – ma anche la preoccupazione e l’apprensione, perché sono consapevole dei miei limiti e delle mie carenze». L’ex vicario generale cita il profeta Isaia e il suo invito a «guardare la roccia da cui siete stati tagliati».

Quasi inevitabile che il pensiero vada alla famiglia con «un ricordo particolare al fratello Emmanuele, che assieme al papà Adolfo ha preso parte oggi dalla piazza d’oro della Gerusalemme celeste». Il discorso lo commuove per un istante ed è pronunciato davanti al fratello Filippo, che ha letto il mandato papale, e ai familiari in prima fila. Segue un ringraziamento alla comunità modenese e ai vescovi, tra cui «il caro vescovo Antonio e il carissimo arcivescovo Erio».

Quest’ultimo gli ha reso onore in precedenza, apprezzandone «la profonda umanità, che si esprime anche in un intelligente umorismo, in una fragorosa risata, in un carattere solido e determinato».

Caratteristiche notate dal vicario generale. «Ti saranno aiuto due doni che il Signore ti ha fatto: la tua passione per la Parola di Dio sarà la tua forza, il dono dell’umorismo non venga mai meno nella tua vita», aggiunge don Angelo prima d’invocare per lui la benedizione. Il nuovo arcivescovo benedice tutti i presenti, poi si accinge a partire. «Tornerò certo a Modena – garantisce don Giacomo – di cui porto nel cuore la capacità di relazione e di comunicazione che i modenesi hanno nel sangue e che è entrata anche in me». Il cuore sarà rivolto a Modena, «ma anche a Roma nel servizio - conclude il nuovo arcivescovo – perché è bene abituarsi ad avere qualche scompartimento».