Gazzetta di Modena

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Carpi. «Noi musulmani odiamo e combattiamo i terroristi»

di Serena Arbizzi
Carpi. «Noi musulmani odiamo e combattiamo i terroristi»

Gli islamici di Minhaj-ul-Quran hanno sottoscritto un editto contro gli estremisti Fedeli da tutta Italia in via Sigonio. L’evento introdotto da una ragazza, Aisha

02 ottobre 2017
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CARPI. «Non basta combattere il terrorismo con gli eserciti. Bisogna sradicarlo sul piano dottrinale delle idee. Occorre estirparlo dove nasce, dove viene inculcato nella mente delle persone». Queste le parole di Hussain Mohi-ud-din Qadri, esponente di spicco del mondo islamico, figlio dell’autore della fatwa contro il terrorismo contenuta in corposo volume di 600 pagine scritte in urdu. Mohi-ud-din Qadri è stato ospite ieri pomeriggio, al circolo Graziosi di via Sigonio. Al suo arrivo si è levato un grido tra la folla di centinaia di fedeli accorsa ad ascoltarlo. Urla di esultanza, scandite da partecipanti provenienti da tutta Italia: Arezzo, Brescia, Milano...

L’incontro è stato organizzato dall’associazione islamica Minhaj-ul-Quran: vi hanno preso parte, il parlamentare Edoardo Patriarca, il sindacoAlberto Bellelli, l’assessore Milena Saina, la consulta per l’integrazione, il comandante dei carabinieri Alessandro Iacovelli e, come delegato del vescovo, don Rino Bottecchi, già parroco della Cattedrale, esponenti di Migrantes e Roberto Giardiello della Cisl.

L’appuntamento è stato suddiviso in due parti: da un lato, le donne, questa volta non isolate da una parete di tessuto come tre anni fa, durante la celebrazione per la nascita di Maometto. Dall’altro lato gli uomini. In attesa dell’ospite d’onore delegati speciali hanno intonato alcuni versetti del Corano per preparare i convenuti all’atmosfera giusta. Poi, l’evento è stato suddiviso in due momenti: uno più divulgativo, il secondo più strettamente religioso, con preghiere. Sul palco è salita anche una giovane donna: Aisha Ali, appartenente a Minhaj-ul-Quran. A lei, il compito di introdurre Mohi-ud-din Qadri. «I terroristi sono posti al di fuori dello stesso Islam - dice Aisha - Ai non musulmani, nei paesi islamici, viene consentito anche la costruzione di luoghi di culto, come chiese». Aisha ha il volto incorniciato da un velo colorato. «A me non pesa portare il velo. Anzi, è un fattore culturale oltre che religioso» conclude. Insieme a lei è salito anche Ludovico Zamboni, italiano convertito all’Islam. Dal palco Mohi-ud-din Qadri ha controbattuto, asserzione dopo asserzione. la dottrina del fondamentalismo: «Non ci limitiamo a condannare il terrorismo, ma lo contestiamo punto dopo punto».