Gazzetta di Modena

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Castelvetro, turisti da Usa, Brasile e Australia

Castelvetro, turisti da Usa, Brasile e Australia

Crescono i visitatori, soprattutto quelli stranieri. Tutto è cambiato dall’Expo

04 ottobre 2017
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CASTELVETRO. «Le cose sono cambiate - spiega Ludovica Forghieri, addetta alla accoglienza della Chiarli - a partire dal 2015, con l’Expo e le iniziative modenesi. A settembre sono venuti a visitare la cantina 350 persone e a ottobre il trend è simile. Mediamente abbiamo circa 270 turisti, già perlopiù del settore, che arrivano quasi sempre con i loro mezzi a visitare la nostra cantina».

Gli aspetti turistici non sono ininfluenti perché, se ben organizzato, il turismo enogastronomico è capace di numeri boom. Ma il problema resta sempre quello, l’organizzazione e l’accoglienza che è un po’ più avanti per quel che riguarda le acetaie.

«Certo - continua l’esperto di marketing dell’azienda - per le acetaie la logistica è più semplice, ma sarebbe fondamentale fare rete ed è un argomento nuovo. Qui intorno noi siamo partiti da poco insieme ad altri, ma occorrerebbe mettersi davvero insieme, magari cercando di superare un po’ di burocrazia».

In ogni caso i numeri della Chiarli, dicono i responsabili, sono positivi: «Il 95% dei turisti sono stranieri - continua Ludovica - e provengono in massima parte da America, Australia e Brasile. Molti vengono qui e rimangono estasiati dal rapporto che nelle nostre zone c’è tra eccellenza, territorio, buoni prodotti e ne parlano ai loro amici. Occorre organizzarsi e potremo sfruttare appieno le nostre potenzialità».

Il Lambrusco ha sempre un vecchio problema: nell’immaginario collettivo viene considerato un vino di bassissima qualità e la percezione, si inserisce Anselmo Chiarli, è difficile da ribattere. «Quelli che vengono qui - dice il proprietario - cambiano idea con una certa facilità devo ammetterlo. Forse restano estasiati dalla villa, vincolata e restaurata, o forse dal procedimento sul vino che spieghiamo loro. Tutto è cambiato con la nascita, nel 2015 del Discover Ferrari Pavarotti. Oggi questa struttura organizzativa va avanti anche se qualche azienda si è ritirata. Certo restano i musei Ferrari, la casa di Pavarotti e alcune aziende come Hombre dove il pubblico resta colpito ovviamente anche dalla collezione di auto di Panini».

C’è ancora tanto da fare: «Certamente - conclude Chiarli - ma Modena può entrare nel giro turistico di secondo o terzo livello dopo le grandi città. Però dobbiamo mettere da parte i particolarismi». (s.l.)