Gazzetta di Modena

Modena

Parliamoci. Lo specchio deformante di Enrico Grazioli

di ENRICO GRAZIOLI
Seggi aperti in Sicilia per le elezioni regionali
Seggi aperti in Sicilia per le elezioni regionali

Che il voto per le Regionali in Sicilia, con tutte le sue marcatissime e inimitabili (spesso per fortuna) specificità, possa “decidere” anche le ormai vicine elezioni Politiche è un’idea possibile...

05 novembre 2017
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Che il voto per le Regionali in Sicilia, con tutte le sue marcatissime e inimitabili (spesso per fortuna) specificità, possa “decidere” anche le ormai vicine elezioni Politiche è un’idea possibile solo per la nostra abitudine a guardare attraverso specchi deformanti la realtà della politica e della nostra società. Ma le condizionerà, comunque, trattandosi di un test utile a misurare salute e febbre di tutti i tre grandi blocchi che si contenderanno il governo futuro del Paese.

I 5Stelle misurano per la prima volta l’eventuale effetto Raggi sulle urne e (sul terreno più viscido) le ormai endemiche guerre interne per ogni candidatura, magari sonderanno anche quanto bucano davvero volto e modi di un Di Maio in veste di leader. Il centro destra mette alla prova del pubblico la scenografia di cartapesta su cui tenta di mandare in scena il remake di un’alleanza a cui non credono davvero neppure due su tre dei protagonisti: eppure il ringalluzzirsi del Cavaliere agita tanto i polli che lo temono quanto i cuori di un elettorato rimasto fedele nonostante tutto ma di cui non si conosce l’effettivo spessore.

Il Pd, per definizione nell’occhio del ciclone, appare il più a rischio perché il fronte siciliano è stato scelto da scissionisti e malpancisti come la trincea da cui far uscire comunque Renzi: vivo, morto o x come diceva una canzone (più probabile la terza ipotesi, con prevedile ritorno al punto di partenza del gioco dell’oca in cui si avvita il centro sinistra da decenni).

Comunque andrà, assisteremo a un diluvio di interpretazioni e a un’altra breve (o infinita) stagione di accanimento mediatico reciproco. In cui tutti si dimenticheranno che si è votato in Sicilia e solo in Sicilia (l’ultimo luogo considerabile un laboratorio politico omogeneo all’intero Paese). E a chiunque vinca, ammesso che qualcuno davvero vinca, un consiglio: pensi un attimo a come ad esempio si sentiva un Bersani nell’autunno 2012 a pochi mesi dalle Politiche. Che poi sappiamo come sono andate, dimenticandosi in troppi di fare i conti con l’Italia vera: capace di cambiare idea in pochissimi mesi, tempo sufficiente solo a far ritorno da una Sicilia alla realtà.