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Angelo, l’ingegnere modenese costruisce tunnel e ponti di umanità

di Laura Solieri
Angelo, l’ingegnere modenese costruisce tunnel e ponti di umanità

«In giro per il mondo ho ampliato i miei orizzonti Una gioia realizzare opere per il bene comune»

06 marzo 2018
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“Del mio lavoro mi piace la concretezza. L’essere in cantiere, condividere con altri uomini la gioia di vedere realizzarsi qualcosa che servirà al bene comune. Per me l’ingegneria è contribuire all’opera di costruzione del mondo che Dio ha iniziato per migliorare la vita degli uomini. Ovviamente non è sempre così, qualche volta si contribuisce male, ma ho sempre cercato di non accettare compromessi e di cercare di realizzare cose fatte bene”.

Angelo Villa, 63 anni, di Modena, ingegnere civile, dal 1980 si occupa di infrastrutture ed opere pubbliche. Da settembre 2017 Angelo è in pensione, ma continua la sua attività come consulente indipendente, soprattutto all’estero, e ha passato gli ultimi cinque anni di lavoro in Kashmir e Montenegro. “Quando si vive in un campo come in Kashmir o soli in una città straniera come in Montenegro, la tentazione è quella di chiudersi e cercare di lasciar passare il tempo… In Kashmir l’orario di lavoro era di 11 ore al giorno dal lunedì al sabato. In Montenegro invece la vita era molto più umana. Il mio grande desiderio di conoscenza, la mia sete di umanità, il profondo interesse per l’altro mi hanno permesso di vivere queste esperienze cercando di portare a caso qualcosa in più, oltre i risultati del lavoro svolto”.

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La carriera di Angelo lo ha visto molto impegnato anche a livello locale: “Nel 1980 sono diventato il responsabile del settore Strade della Provincia di Modena, poi ci sono state le esperienze con l’Autostrada del Brennero, il comune di Bologna, il comune di Sassuolo. Nei 14 anni come Capo settore della Viabilità della Provincia non c’e’ posto dove non abbia lasciato qualche traccia – sorride Villa - La cosa alla quale sono più legato è sicuramente la Nuova Estense, che ho cominciato a seguire appena arrivato in Provincia. Il viadotto di Vaglio, 150 metri (un po’ prima del viadotto del Rio Torto) l’ho calcolato e portato a termine a soli 26 anni. Conservo ancora la relazione di calcolo rigorosamente scritta a mano. La galleria di Strettara – l’unica galleria in provincia di Modena - mi ha aperto gli occhi e gettato le basi per lavorare nel mondo affascinante e misterioso del sotterraneo. È un mondo nel quale l’esperienza concreta e la sensibilità contano di più di un sofisticato sistema di calcolo. Nel 2010 ho deciso di affrontare la sfida di lasciare il pubblico per il privato, e ho iniziato a lavorare in giro per il mondo”. Dal Chile all’India dove Angelo ha lavorato a una galleria di 9 km sulla strada che collega l’India al Kashmir, vivendo in un campo sull’Himalaya.

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“Al termine di questa esperienza ho trascorso due anni in Montenegro per seguire la costruzione di 32 tunnel nell’autostrada”. Poi c’è stata l’esperienza in Kashmir e tanti altri viaggi e incontri. “Devo ringraziare gli incidenti di percorso che mi hanno portato dove sono oggi – conclude Villa - “Un'avventura è solo un incidente considerato nel modo giusto; un incidente è solo un'avventura considerata nel modo sbagliato” diceva Chesterton. Ho ampliato il mio orizzonte. Da queste esperienze ho ricavato un nuovo orgoglio dell’essere italiano. Uno dei nostri difetti è quello di disprezzare il nostro paese, di enfatizzare i nostri limiti. Diciamo che dopo essere entrato in contatto con persone di non meno di trenta Paesi diversi, posso dire che noi italiani siamo bravi nel nostro lavoro almeno quanto gli altri e in più siamo orientati al risultato come pochi.

Una volta un collega iraniano mi ha chiesto “Come mai tutte le cose belle vengono dall’Italia?”. E io mi sono reso conto che la ragione è che viviamo immersi nella bellezza e non ce ne rendiamo conto. Concludo con le parole di Marcel Proust: il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”.