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Imam, rabbino e vescovo: lezione di pace al liceo di Modena

di Gabriele Farina
Imam, rabbino e vescovo: lezione di pace al liceo di Modena

Davanti a centinaia di studenti, i tre rappresentanti di diverse religioni hanno parlato di integrazione: «Lo studio è un buon veicolo di condivisione» 

28 aprile 2018
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MODENA. Tre religioni, un’unica lezione di pace. Nell’aula magna del liceo Muratori San Carlo gli studenti si sono confrontati ieri mattina con le tre massime cariche cittadine di Ebraismo, Cristianesimo e Islam. «Studiare insieme può essere una buona occasione per un incontro positivo tra le religioni - ha esordito il rabbino Beniamino Goldstein - perché i ponti migliori si costruiscono attraverso lo studio». E costruire ponti è un obiettivo condiviso da tutti i partecipanti.

«Quando si tratta di confrontare le idee ci si scontra facilmente - ha ripreso il vescovo don Erio Castellucci - mentre quando c’è l’incontro le persone si rendono conto degli elementi comuni. Pur rimanendo loro stessi, comprendono che è possibile prendere le pietre non per scagliarle l’uno contro l’altro, ma metterle in fila per costruire ponti». Un messaggio chiaro in controtendenza con le tante narrazioni di odio presenti nel terzo millennio, dai conflitti internazionali alla paura dello straniero presente anche in Italia. «Voi ragazzi avete meno pregiudizi - ha garantito l’imam Idriss Bakari - perché tra di voi vi sono diverse etnie e culture, ma voi convivete e studiate insieme. La conoscenza è il vero traguardo perché attraverso la conoscenza si tolgono i pregiudizi, si tende la mano e il cuore agli altri».

Un’immagine ripresa ieri sia dall’imam sia dal vescovo. «L’uomo vede l’apparenza, il Signore vede il cuore, ha spiegato don Erio descrivendo le Scritture la figura di Davide, il personaggio al centro dell’incontro di ieri. «Dio non guarda le vostre facce, ma guarda i vostri cuori», ha ribadito Bakari, riprendendo la tradizione islamica. Uniformità di vedute anche per l’integrazione in atto nelle scuole modenesi. «Gli studenti hanno pochi pregiudizi perché già vivono insieme - ha riconosciuto l’imam - e conoscono di persona molti nuovi modenesi, per cui si tolgono molti dubbi tra di loro. Dobbiamo imparare noi adulti dai nostri giovani».

«I ragazzi ci possono insegnare come avviene l’integrazione - ha fatto eco il vescovo - perché loro non hanno problema di perdita di identità. Dialogare, confrontarsi, provocare da visioni diverse aiuta a capire meglio la propria identità». Un confronto suscitato dagli stessi giovani, intervenuti a più riprese per fare domande agli ospiti alla fine dell’incontro. Tra i temi, la concezione del peccato, il valore delle profezie e la vocazione. Una chiamata a cui ha risposto in veste cristiana Mattia Ferrari, seminarista modenese presente ieri in assemblea. Ogni intervento è stato chiuso dall’applauso delle studentesse e degli studenti. «Il compito principale della scuola è dare conoscenza e formazione - ha riconosciuto Bakari - perché quando cresceranno e saranno in posizioni di potere potranno compiere le scelte giuste». Per il rabbino «lo studio è l’aspetto più importante» e Modena è una città capace di rivolgere «un’accoglienza buonissima».

Il vescovo ha apprezzato l’iniziativa portata avanti dalla scuola, rappresentata dalla preside Giovanna Morini e dall’insegnante di religione Luigi Cattani. «Il Muratori San Carlo è da tempo attenta ai temi dell’integrazione - ha concluso don Erio - e penso il metodo giusto sia fare incontrare persone di diverse religioni. L’incontro è un esempio di buona scuola».

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