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Omicidio Cavaliere, chi è il presunto assassino Prestanome di Sarcone Nuovo boss di ’ndrangheta

Omicidio Cavaliere, chi è il presunto assassino Prestanome di Sarcone Nuovo boss di ’ndrangheta

Non sono passati neppure tre anni da quando Raffaele Cavaliere e Pietro Ragazzo sono diventati soci. Versando 500 euro a testa avevano fondato, nel luglio 2015, la Millennium società a responsabilità...

15 giugno 2018
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Non sono passati neppure tre anni da quando Raffaele Cavaliere e Pietro Ragazzo sono diventati soci. Versando 500 euro a testa avevano fondato, nel luglio 2015, la Millennium società a responsabilità limitata semplificata di cui il 66enne assassinato era amministratore unico. Al 31 dicembre 2016 l’impresa, che si occupa di edilizia, aveva dichiarato un ricavo di quasi 700mila euro a fronte di un utile netto di 190mila. Ma tra Cavaliere e Ragazzo i rapporti erano presto diventati tesi come ha confermato il figlio della vittima alla polizia.

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Qualcuno ha parlato di “ombra della camorra” sull’omicidio, abbinando la provenienza di Cavaliere - nato a San Cipriano d’Aversa - al mondo dei Casalesi, ma se il fatto di sangue è circoscrivibile - come sostenuto dagli inquirenti - a dissidi economici tra i due soci, non va però nascosto il mondo sotterraneo in cui Ragazzo si muoveva.

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La polizia parla di pregiudicato in senso ampio, ma del 50enne originario di Trevico (Avellino) e residente nella zona Musicisti si parla fin dal 2014. Il suo nome, infatti, emerge in un’intercettazione disposta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna che sta monitorando Carmine Sarcone. Il 39enne è fratello di Nicolino, già condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso, e di Gianluigi, uno dei maggiori imputati del processo Aemilia. Carmine viene descritto dal pentito Antonio Valerio come “la faccia bella dei fratelli Sarcone”. Accusato non solo di fare da tramite tra boss in carcere e affiliati a piede libero, ma di avere al contempo portato avanti gli affari della cosca, arrivando anche ad avvicinare i testimoni ascoltati durante le udienze di Aemilia, al fine di intimorirli e di influenzare le loro deposizioni, Sarcone jr viene più volte citato anche da altri collaboratori di giustizia che in questi mesi stanno raccontando agli inquirenti le dinamiche interne alla consorteria emiliana.

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Sarcone e Ragazzo sono legati tramite la Edilpiù, ditta che si occupa di costruzioni edili. Colui che mercoledì notte verrà fermato per l’assassino di Cavaliere, sostengono i pubblici ministeri Beatrice Ronchi e Marco Mescolini è un “prestanome”dei boss della ’ndrangheta. Come del resto emerge in una conversazione tra Carmine Sarcone e un imprenditore bolognese. Quest’ultimo chiede lumi sull’assetto della Sarcone Group, già finita nel mirino degli inquirenti. E il giovane boss lo tranquillizza, dicendo che potrebbe far lavorare nel cantiere la “Edilpiù” a cui lui poi potrebbe fare da consulente tecnico.

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Una strategia utile a garantire la trasparenza del contratto, ma dimostrando come Sarcone avesse nella disponibilità l’utilizzo di alcune società che non sono a lui di fatto riconducibili. “La Edilpiù la vedi totalmente distaccata ... non rientra nel gruppo”, ammette Sarcone per tranquillizzare l’interlocutore. E la Edilpiù è l’impresa di Ragazzo, fondata nel 2005 e che nel 2015 ha movimentato lavoro per neppure 200mila euro.

Francesco Dondi