Gazzetta di Modena

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I volontari si fanno angeli per portare serenità «Criminali della povertà»

SARA DONATELLI
I volontari si fanno angeli per portare serenità «Criminali della povertà»

Castelfranco. Laboratori di teatro e musica per occupare il tempo e dare conforto agli ospiti. E ora si sperimentano gli incontri nelle scuole

24 agosto 2018
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CASTELFRANCO. Lo scopo principale della misura di sicurezza è detentiva è quella di fornire ad un internato gli strumenti affinché, attraverso il raggiungimento di una piena autonomia lavorativa, economica e abitativa, possa dimostrare al magistrato di sorveglianza la cessazione della propria pericolosità sociale. Il sistema giudiziario, tuttavia, contiene numerosi limiti in merito e, come dimostrato dalla condizione in cui vivono gli internati della Casa di Lavoro di Castelfranco, ad oggi non sono previsti percorsi rieducativi che possano fornire a questi soggetti la possibilità di una piena e provata riabilitazione.

Se da un lato, dunque, dal punto di vista lavorativo le opportunità per gli internati sono quasi nulle, dall’altro lato esistono alcune associazioni che tentano di colmare questo vuoto attraverso progetti alternativi che possano quantomeno fornire un sostegno quotidiano, psicologico e anche scolastico agli internati. È il caso dell’associazione “Carcere-città” che dal 2001 promuove nelle carceri e nelle Case di Lavoro attività ricreative, sportive e culturali a sostegno di persone detenute e internate.

«Le persone che si trovano all’interno della Casa di Lavoro di Castelfranco e che sono sottoposte alla misura di sicurezza detentiva vivono una condizione fisica e psicologica molto complessa - racconta Andrea Colombini di “Carcere-città” - Le nostre attività, così come dimostra il nome dell’associazione, si pongono come obiettivo quello di ricostruire il legame tra gli internati e la società che negli anni è stato distrutto. Queste persone, tuttavia, hanno alle spalle un passato complesso segnato dalla depressione, dalla tossicodipendenza, dagli abusi. Sono uomini che hanno pagato le proprie colpe e che adesso hanno tutto il diritto di ricostruirsi un’identità sociale. A volte, invece, si ha la sensazione di interfacciarsi con una criminalizzazione della povertà».

Teatro, musica, incontri nelle scuole: sono questi alcuni degli strumenti che vengono forniti agli internati che negli ultimi anni hanno avuto la possibilità di raccontare le proprie storie a molti studenti. È quanto accaduto, ad esempio, lo scorso inverno attraverso la loro partecipazione alle assemblee di istituto delle scuole superiori Corni di Modena e Spallanzani di Castelfranco. Durante quest’ultima occasione due internati si sono interfacciati con gli alunni: «Ho commesso tanti sbagli nella vita e adesso sto vivendo una condizione frutto di quegli errori - ha raccontato un internato -Ho iniziato ad undici anni a frequentare le compagnie sbagliate e in pochissimo tempo mi sono ritrovato ad essere schiavo della droga. È questo che mi ha spinto a commettere reati come furti e rapine. Poco dopo essere diventato maggiorenne sono entrato in carcere. E vi assicuro che non è un bel posto». —

SARA DONATELLI. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.