Gazzetta di Modena

Mirandola. Cacciari: «La scuola abdica alla sua prima funzione lo studio serio della storia»

di Serena Arbizzi
Mirandola. Cacciari: «La scuola abdica alla sua prima funzione lo studio serio della storia»

«La scuola non svolge la sua funzione, ovvero, non propone uno studio serio della storia. Fino a quando questo non accadrà non potrà mai esserci memoria». Parola di Massimo Cacciari,...

08 giugno 2018
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MIRANDOLA. «La scuola non svolge la sua funzione, ovvero, non propone uno studio serio della storia. Fino a quando questo non accadrà non potrà mai esserci memoria». Parola di Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia, che oggi sarà a Mirandola per il Memoria Festival, con Raphael Ebgi alle 17.30 alla Tenda della Memoria in un incontro dal titolo “Il pensiero degli umanisti”.

Il numero dei testimoni diretti delle guerre si sta assottigliando. Come si potrà instillare nelle generazioni più giovani il seme della Memoria quando verranno a mancare queste preziose testimonianze?

«In realtà non ci sono testimoni diretti dell’Impero Romano, o di Atene. L’unico modo in cui possiamo avere Memoria è attraverso lo studio e la ricerca per quanto sia possibile. Siccome capita di sentire ragazzi che credono che Hitler sia andato al potere nell’’85,’86 e ’87 è facile comprendere come la scuola non svolga la sua funzione e non ci può essere Memoria. Questa non è possibile perché un testimone di allora viene a chiacchierare in classe ma si acquisisce con studio, applicazione e ricerca».

Cosa si può fare, quindi, per sensibilizzare i ragazzi?

«Fare scuole serie, formare in modo altrettanto serio gli insegnanti, investire il più possibile nella formazione come tutti i grandi paesi hanno fatto nella storia».

Che cosa sbaglia maggiormente la scuola italiana e chi o cosa potrebbe prendere ad esempio?

«Tutte le scuole ormai sono rivolte semplicemente a una formazione applicativa, in tutti i paesi del mondo. Non vedo un modello di scuola. Anzi per quanto riguarda l’ordine medio, sono gli altri paesi che guardano con interesse la scuola italiana, ormai in completa decadenza. E quando un ragazzo arriva all’università ormai la frittata è fatta».

Il nuovo governo si è insediato in questi giorni: come vede la situazione dal punto di vista formativo?

«Non ne conoscono neanche uno di quelli che sono diventati ministri. Programmi non ne ho sentiti per la scuola. ho sentito parlare di tutto e dell’opposto di tutto. Ma non di scuola».

Qualcuno del Pd in questo giorni ha parlato di un’”onda nera” che segue la scia europea dei partiti di destra...

«Certo, Salvini non ne fa mistero nel parlare dell’alleanza con la Le Pen. Chi sia Salvini gli italiani lo sapevano, lo hanno votato e vuol dire che per loro va bene. Non è che si sia truccato. Continua a parlare con grande chiarezza. E il popolo è sovrano, democraticamente parlando. Per quanto riguarda l’ondata nera: non c’è nessun fascismo dietro l’angolo. Certamente Salvini rappresenta ormai una forza politica di destra. Non significa affatto fascismo, però. Ammesso che il fascismo fosse di destra».

Non teme che si possano ripetere gli orrori del passato?

«Orrori come fascismo e nazismo no».

Nel territorio modenese la sfida è creare maggiore attrattività verso i luoghi della Memoria: rappresenta una sfida

«Non si riesce a vincere questa sfida se non c’è attenzione critica nei percorsi di formazione. Non ci può essere Memoria semplicemente perché una scuola organizza una gita. Ripeto, serve lo studio serio della storia contemporanea che oggi non si fa. Alla fine diventa pura retorica».