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Pd, per le candidature è rebus collegi a Reggio

di Roberto Fontanili
Pd, per le candidature è rebus collegi a Reggio

Con la nuova legge elettorale meno posti a disposizione per i reggiani in Parlamento. Ma la fila dei pretendenti si allunga 

01 novembre 2017
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REGGIO EMILIA. A conti fatti con il Rosatellum, la nuova legge elettorale approvata non senza polemiche e a colpi di fiducia, quattro cose in casa del Pd reggiano paiono certe: due degli attuali parlamentari Pd (Maino Marchi e Leana Pignedoli) non si ripresenteranno; il rebus dei collegi ancora da disegnare restringerà di certo il numero dei posti disponibili per i candidati reggiani in Parlamento; la congiunzione astrale che ha consentito alle ultime politiche l’elezione di cinque deputati Pd reggiani sulla base di un forte premio di maggioranza – il Pd si è ritrovato con 100 parlamentari in più – non si ripeterà. E, da ultimo, la lista dei pretendenti in casa Pd è già lunghissima, comprendendo chi è disponibile fare una seconda legislatura come Paolo Gandolfi, Antonella Incerti e Vanna Iori - i primi due orlandiani e la terza renziana - che non hanno mai dichiarato di chiamarsi fuori e chi come il ministro Graziano Delrio e il responsabile organizzativo del Pd, Andrea Rossi, dovrebbero essere collocati in una posizione blindata, Camera o Senato che sia, che garantisca loro l’elezione. Poi ci sono altri come Roberta Mori (area Orlando), che dopo due legislature alla Regione non esclude di aspirare a fare il salto in Parlamento. Al suo fianco altri nomi di peso come il riconfermato segretario provinciale Andrea Costa, che però proprio perché appena rieletto potrebbe optare per un più sicuro seggio da consigliere regionale nel 2019, così come potrebbe fare il presidente della Provincia Giammaria Manghi.

Fuori dal Pd, invece, tra i pochi a essere quasi certi di entrare in lista e correre per un posto a Roma ci potrebbe essere l’assessore alla Mobilità Mirko Tutino, che in Mdp–Art 1 gode dell’appoggio del Governatore della Toscana, Enrico Rossi, e che a Reggio non ha competitor di peso. Negli altri partiti, per ora, non si muove foglia. A partire dal M5S, in cui non si hanno notizie certe sulla ricandidatura di Maria Elena Spadoni, che alcune voci vorrebbero candidata in pectore a sindaco di Reggio, in alternativa alla attuale capogruppo in sala Tricolore, Alessandra Guatteri. Di certo prima di ragionare di nomi e candidati due o tre questioni devono essere ancora risolte: il governo ha un mese di tempo per disegnare i collegi per la Camera, dove i più ottimisti prevedono l’elezione di cinque candidati reggiani (capolista compreso), mentre al Senato tutto è legato a chi sarà apparentato Reggio. Se finirà con Parma come in passato (dove venne eletta Albertina Soliani) i reggiani possono dire la loro, se invece Reggio finirà con una parte di Modena, la partita risulterà più complicata. Uno dei problemi che resta da affrontare comunque tra i dem sarà quello di decidere se fare o meno le primarie per la scelta dei candidati, come dice lo statuto. Chi in casa Pd si intende di numeri, sostiene che realisticamente oltre a quattro eletti a Reggio non si andrà, facendo anche notare che se fosse rimasto il Consultellum non si sarebbe andati più in la di due eletti.