Gazzetta di Reggio

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Delrio e Fassino: «Pronti a un centrosinistra largo»

di Roberto Fontanili
Delrio e Fassino: «Pronti a un centrosinistra largo»

Fassino ha presentato il suo libro “Pd davvero” con Delrio: «Saremo il partito del cambiamento» 

12 novembre 2017
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REGGIO EMILIA. «Il Pd a dieci anni dalla nascita, nonostante il mondo sia cambiato, conserva tutte le ragioni per cui è nato e può vincere le sfide che lo attendono se ritorna all’ispirazione originaria di essere un grande partito di cambiamento e trasformazione». Questo giudizio di Piero Fassino sul futuro del Pd, di cui è stato tra i fondatori, è condiviso anche da Graziano Delrio. I due esponenti Pd, sabato in città per presentare il libro di Piero Fassino “Pd davvero”, hanno condiviso anche la stessa visione sulla strategia per le alleanze e arrivare a un centrosinistra ampio che faccia perno sul Partito democratico.

Per Fassino «oggi si deve guardare a un centrosinistra ampio, che non esiste senza il Pd. Ma sappiamo che il centrosinistra è più grande di noi». Per Graziano Delrio «il Pd è disposto a discutere con tutti, ovviamente portiamo in questo campo largo del centrosinistra l’identità del Pd e non si può chiederci di essere un'altra cosa».

Il dibattito di ieri allo spazio Art Factories di vicolo del Folletto tra il ministro e uno dei fondatori del Pd, più di un confronto è stato un duetto per ribadire una serie di concetti e di valutazioni comuni. Dalle alleanze per creare un centrosinistra largo, al giudizio sul centrodestra, alle divisioni della sinistra e nel Pd.

Argomenti sui quali, ha detto Delrio, «non vorrei che si pensasse che noi continuassimo a guardarci l’ombelico. Può darsi che il Pd abbia sofferto uno shock da leadership, perché noi siamo un partito più complicato mentre per il centrodestra non è un problema mettere insieme l’impossibile. Pochi si ricordano delle differenze tra Lega e Forza Italia con Berlusconi che incontra la Merkel e gli alleati del Ppe, mentre Salvini incontra la destra estrema tedesca».

Un centinaio i presenti all’incontro di ieri, tra cui i parlamentari Maino Marchi e Vanna Iori, il sottosegretario alla Regione Andrea Rossi, il presidente della Provincia, Giammaria Manghi e il vice segretario Pd, Andrea Tagliavini, mescolati ai tanti militanti che hanno assistito per oltre un’ora al dialogo introdotto da Andrea Costa. Il segretario Pd ha preannunciato lo svolgimento in città e in provincia di una serie di incontri con Veltroni, Cirinnà e Manconi sui diritti: gli incontri si terranno, come ieri, in spazi al di fuori delle sedi Pd.

Per Fassino, che ha dedicato la prima parte del suo libro alla ragioni che hanno portato alla nascita del Pd e la seconda parte alle sfide che attendono i dem e il nostro Paese, «l’Italia rischia di trovarsi con un governo un centrodestra prigioniero dell’estremismo di Salvini o del M5S che cavalca un sentimento di disagio e di inquietudine a cui non è in grado di dare risposte vere». Una certezza, la sua, non scalfita nemmeno dalle ultime sconfitte.

«Una parte dell’opinione pubblica vive solitudine, estraneità ed esclusione e pensa di affidare le proprie speranze a chi ne cavalca gli umori come i partiti populisti per i quali è facile raccogliere consenso ma poi non hanno le risposte. Da qui la necessità di creare un centrosinistra largo». Un concetto poi ripreso da Delrio per il quale «al Pd interessa costruire un’alternativa, come facciamo in quasi tutte le amministrazioni locali con una proposta di centrosinistra che unisca e guardia meno alle differenze e di più alle cose che ci uniscono».