Gazzetta di Reggio

Reggio

«Emilia terra di ’ndrine ma Reggio non è leader»

«Emilia terra di ’ndrine ma Reggio non è leader»

Il procuratore Amato denuncia: «Ovunque c’è il rischio delle infiltrazioni mafiose Cosche ora autonome e rari gli anticorpi, il mondo economico stia più attento»  

26 novembre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





REGGIO EMILIA. «Dal punto di vista criminale l'Emilia non è più un franchising della Calabria». Lo ha affermato Giuseppe Amato, procuratore capo di Bologna, intervistato dal massmediologo Klaus Davi nel suo programma “Klauscondicio” sulla 'ndrangheta.

«Io direi che si possa affermare con assoluta certezza – dice Amato – che abbiamo ormai delle strutture associative che hanno spiccate caratteristiche di autonomia. Certo, il collegamento esiste, anche di natura suggestiva e a volte anche fisica, che abbiamo dimostrato nel corso dell'investigazione, e anche frequenti spostamenti dal Nord al Sud e interscambi di persone. Ma l'autonomia di queste strutture è ormai dimostrata». In Emilia-Romagna, ha detto ancora il procuratore, «da parte della società civile c'è stata grande attenzione, anche delle forze politiche in generale».

Certo, «si può pretendere di più, ma non è facile calibrare e veicolare risorse, soprattutto per gli enti locali, in particolare in periodi, come questo, di crisi economica. Ma chi dovrebbe porre più attenzione al fenomeno sono gli appartenenti al mondo economico, perchè per loro la presenza del criminale, che anche non si manifesta come tale, ma che si limita ad investire, è un pregiudizio per l'attività economica». Infine, Amato respinge l'idea di una leadership reggiana sulla 'ndrangheta. «Non mi sento di dire che la provincia di Reggio Emilia sia leader per quanto riguarda la 'ndrangheta in Emilia, faremmo un torto ai reggiani seri e laboriosi», dice Amato. «Ritengo che oggigiorno nessuna parte del territorio nazionale possa essere esente da questo tipo di infiltrazioni a meno che non ci siano peculiarissimi anticorpi che però veramente sono molto rari e davvero molto peculiari. Direi – conclude – che il rischio potenziale è dappertutto, assolutamente non c'è una leadership».

©RIPRODUZIONE RISERVATA.