Gazzetta di Reggio

Reggio

«È ora che ognuno di noi reagisca contro il Male»

di MASSIMO PAGLIA ; di ALEX FERRETTI ; di GIANGIACOMO PAPOTTI ; di MAURO M. CATELLANI ; di GIAMPIETRO PLOIA ; di CRISTIANO FURLAN ; di GIANPIERO NICOLAI
«È ora che ognuno di noi reagisca contro il Male»

I lettori commentano i fatti reggiolesi sulla Gazzetta online e aprono il dibattito sul crimine «Saranno 30 anni che in sordina la ’ndrangheta fa affari a Reggio. Lo sanno anche i sassi» 

27 novembre 2017
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Pubblichiamo una serie di commenti che ieri hanno seguito la pubblicazione sul web dell’editoriale del direttore della Gazzetta, Stefano Scansani. Il titolo era “Qualcosa di clamoroso sfugge”.



Caro Direttore, il suo articolo mi è piaciuto moltissimo. Lei ha evidenziato, in maniera netta, quel che sta accadendo accanto al processo Aemilia, che finalmente dopo 30 anni di non vedo o “faccio finta di non vedere” da parte di politica ed istituzioni, ha scoperchiato il calderone del potere mafioso nella nostra città.

Ora io credo che sentendosi minacciati da quel morbo, per loro mortale, che si chiama legalità, possano dare corso ad azioni eclatanti e fuori dalla linea perbenistica ed affaristica.

Penso che l’unica arma della quale lo Stato possa disporre, sia l’invio di forze dell’ordine in misura consistente sul nostro territorio per operare la necessaria opera preventiva, perché Reggio è una zona di mafia come tante altre.



La società è malata di goliardia e arroganza eccessiva. Moltissimi si credono invulnerabili ed hanno la pretesa di imporre il proprio credo e stile di vita.

Tanto poi ci sono i reality e gli influencer ad insegnarci come si fa a stare al mondo per essere, mi perdoni Direttore la parola “cool”, non alienati.

Il problema penso sia di fondo e parte da un certo tipo di atteggiamento a volte anche difensivo verso la società, a volte legato comunque alla goliardia citata prima.

Tutto e subito, e comunque spendendo meno energie e soldi possibili. E qualcuno ci rimette... così nella vita lavorativa, nei rapporti sociali, ed anche, ahimè, nei casi di malaffare.

Già lo stato, Giolitti lo diceva nei primi del Novecento, governare gli italiani non è difficile, è impossibile. I politici tanto odiati rappresentano l’italiano medio. E quindi?

Aspettiamo una guerra come igiene del mondo ahimè, oppure cerchiamo di fare tutti un passo indietro da quello che siamo, pretendiamo e in molti casi sfruttiamo: pianeta terra, risorse primarie per primi. Nessuno è perfetto, ma che l’imperfetto debba essere calpestato dei propri diritti dall'indegno ed incivile porta come risultato solo l’oblio.



Il nostro territorio è devastato dall’espressione del Male quasi un vero e proprio caleidoscopio delle sue varie sfaccettature. È ora che noi, ognuno per il proprio ruolo che la società civile gli ha assegnato, reagisca in sinergia strettissima.

Nel tempo il Male è sempre stato sconfitto non ho dubbi! Allora rimbocchiamoci le maniche piaccia o non piaccia noi siamo in trincea.



Caro Direttore è per questo che il processo va portato più lontano possibile da Reggio Emilia. Perché qui la ’ndrangheta non solo è ancora attiva, ma ha ancora tanto, troppo potere, perché qui i veri legami, le vere connivenze, non sono ancora saltati fuori e chissà mai se usciranno, perché in questo momento c’è una guerra per far tacere la gente e non finirà fino a quando chi vuole parlare non sarà lontano mille miglia da qua.

Ma forse non c’è l'intenzione politica, a livello nazionale, di arrivarci in fondo. Magari sbaglio, ma credo che se veramente saltasse fuori tutto, se veramente si scoperchiasse il pentolone, tangentopoli sarebbe uno scherzo in confronto a questo.



Bellissimo l’articolo, ma il problema è la classe politica che non vuole togliere il problema, a Reggio la mafia ha sempre comandato, ci sono da 30 anni .



Saranno trent’anni che in sordina la ’ndrangheta fa affari a Reggio Emilia lo sanno anche i sassi.



Il processo è solo la punta dell’iceberg...