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Espulsioni M5s, il consigliere regionale Sassi: "Non ho rubato niente, dovevo pagare Equitalia"

Espulsioni M5s, il consigliere regionale Sassi: "Non ho rubato niente, dovevo pagare Equitalia"

Dopo essere stato cacciato per il caso rimborsi, l'ex 5 Stelle pubblica un lungo post sul suo blog speigando le ragioni dei mancati versamenti. Ma il gruppo consiliare in Regione insiste: "Subito le sue dimissioni"

22 febbraio 2018
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REGGIO EMILIA. «Non ho rubato un euro, non ho sottratto nulla a nessuno». Lo assicura Gian Luca Sassi, consigliere regionale reggiano ex M5s dell'Emilia-Romagna, espulso nei giorni scorsi per le mancate restituzioni al fondo per il microcredito. Sul sito tirendiconto.it, risultava che Sassi avesse restituito al fondo per il microcredito una cifra pari a 81.081,14 euro. Ma dalle verifiche portate avanti dallo staff M5s, i bonifici effettivamente andati a termine nel fondo microcredito erano fermi a quota 23.253,71 euro, con una differenza di -56.827,43 euro. 

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Sul suo blog Sassi ha spiegato in un lungo post le ragioni di versamenti inferiori a quelli denunciati, fatto che gli è costato l'allontamento dal movimento. «Ho versato di meno di quanto pubblicavo - scrive - ma la parte eccedente la reale donazione ed una consistente aggiunta, non andava nelle mie tasche, ma in quelle di Equitalia, che era ed è creditrice di somme di denaro a mio avviso non totalmente dovute, ma che il sistema mi costringe a dover restituire».

Sassi spiega che il debito risaliva ad un'epoca precedente la sua elezione in viale Aldo Moro ma che il problema si è aggravato proprio con l'arrivo dello stipendio da consigliere regionale. Ciononostante, «in questi anni ho sempre restituito tutto quello che era nelle mie possibilità sul fondo per il microcredito. Un impegno che ho sempre mantenuto e che le somme certificate dal ministero dell'Economia e delle finanze non possono far altro che confermare».

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Pur non condividendo la formula usata sul blog M5s per la sua espulsione («Io non ho donato quanto pubblicizzato ma non ho disatteso la promessa di restituire»), Sassi afferma di accettare l'espulsione da un movimento «che per oltre un decennio ho sostenuto con convinzione».

Nessuna menzione, invece, alla richiesta di lasciare il suo posto in consiglio regionale per fare posto ad un altro consigliere M5s. In caso di dimissioni, al suo posto entrerebbe Fabrizio Todaro, primo dei non eletti a Reggio emilia, che in questi giorni su Facebook, non ha risparmiato bordate proprio sulla vicenda rimborsi. «Mi chiedo e vi chiedo cosa possa essere una persona senza la propria dignità, io non potrei mai guardarmi allo specchio o guardare i miei figli sapendo di essere un truffatore e un traditore», aveva scritto Todaro qualche giorno fa proponendo una «commissione esterna che rendiconti gli stipendi dei nostri eletti: il controllore non può essere anche il controllato. Basta fiducia sulla parola, come abbiamo visto e toccato con mano mai fidarsi e mai lasciare le tentazioni in mano a sprovveduti».

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Il gruppo consiliare M5s, intanto, continua a spingere per le dimissioni: "Il lavoro di Gianluca Sassi in questi anni all'interno del nostro gruppo, e in Assemblea Legislativa, non è messo in dubbio. Sassi però, con il suo comportamento riguardo al tema delle restituzioni, ha violato le regole del MoVimento 5 Stelle. Per questo, una volta accertate le sue responsabilità, è stato espulso - commentano dal gruppo - E per lo stesso motivo anche noi gli chiediamo di dimettersi dal ruolo di consigliere regionale".

Quanto al contenuto del post del consigliere, "anche se alla base del suo comportamento possono esserci state gravi ragioni di carattere personale - aggiungono i 5 Stelle in Regione - è nostro dovere ribadirgli l'invito a lasciare al più presto il suo posto in Assemblea Legislativa. Le nostre regole sono chiare. Noi non siamo come gli altri partiti".