Gazzetta di Reggio

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Teste mozzate di animali ai missionari in Brasile, minacce di morte a don Grassi

Teste mozzate di animali ai missionari in Brasile, minacce di morte a don Grassi

Il sacerdote reggiano don Luca Grassi dal Brasile scrive una lettera accorata al Centro Missionario: «Conto nelle vostre preghiere» 

19 aprile 2018
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REGGIO EMILIA. «Vi chiedo anche preghiere. Da diverso tempo sto ricevendo regali speciali: teste di cane o di vacca tagliate, bruciate e confezionate in una rete annodata molto stretta con dentro diversi oggetti, fiori collocati in sacchetti pieni di sterco, pezzi di carne bruciati con ossi o monete conficcati nel mezzo e tanti altri “simpaticissimi” regali. Si tratta di minacce e fatture a morte che mi trovo davanti alla porta di casa o al salone parrocchiale, sopra o sotto l’auto, appesi al crocefisso della chiesa».

La lettera è stata scritta il Venerdì Santo, prima di Pasqua. Ma solo nei giorni scorsi è stata pubblicata sul sito internet del Centro Missionario Diocesano di Reggio Emilia. A firmarla è il sacerdote reggiano don Luca Grassi, rientrato circa cinque mesi fa nella sua missione in Brasile, a Pintadas nello Stato di Bahia, minacciato di morte in più circostanze per il suo impegno contro l’inarrestabile piaga del traffico di droga.

Una realtà particolarmente difficile, dove il sacerdote reggiano è in prima linea per il contrasto al dilagante spaccio di stupefacenti e al proliferare di episodi di violenza e criminalità. È in questo clima che ad inizio anno è avvenuto anche un duplice omicidio, nel quale sono stati uccisi due giovani di 16 e 18 anni coinvolti nel narcotraffico.

Un episodio ripercorso da don Luca nella sua lunga e accorata lettera, nella quale descrive fatiche, soddisfazioni e speranze della sua missione.

«Sono momenti che non si dimenticano, nei quali sperimenti in profondità il dolore di un’intera città e l’impotenza di fronte a una macchina della morte inarrestabile come quella legata al traffico della droga – scrive il sacerdote reggiano – Sono però anche momenti importanti per riflettere, annunciare la speranza cristiana e cercare di riattivare le energie per non rimanere con le braccia incrociate, impauriti e disanimati. Il traffico della droga sta sempre più coinvolgendo, in modo pianificato e sistematico, ragazzini tra i 9 e i 13 anni, entrando nelle scuole. Questi ragazzini saranno i drogati del futuro. Potranno, inoltre, essere facilmente manipolati, usati come fattorini ed uccisi altrettanto facilmente prima di raggiungere la maggiore età, perché testimoni scomodi».

Per don Luca, «quello che più spaventa nel Brasile è la forte percezione, anche se spesso non dimostrabile, di un coinvolgimento dei militari in questo traffico e in questa mattanza che ogni anno fa circa 70mila vittime, la maggior parte dei quali “negri” e tra i 14 e i 29 anni.

La Chiesa Brasiliana ha deciso profeticamente di orientare il cammino delle comunità cristiane sul tema della violenza: fratellanza è superare la violenza». Una violenza di cui lo stesso sacerdote è stato vittima in più circostanze: intimidazioni raccontate dallo stesso sacerdote, descrivendo ad esempio come la sua vecchia auto sia stata letteralmente «disintegrata».

Grazie alle offerte ricevute, è stato però possibile acquistare una Fiat Uno. Offerte per le quali don Luca non lesina ringraziamenti: «Non vi nascondo che la nuova auto e la precedente sono state oggetto di questi regali – conclude il sacerdote riferendosi alle minacce ricevute – Io scherzo sempre dicendo che quando il padre guida, l’auto è benedetta, ma non bisogna approfittare.

Quando sono tornato in Brasile sono sbiancato e il cuore ha fermato di battere per alcuni secondi, vedendo come era ridotta l’auto precedente, completamente disintegrata. Apprendendo la dinamica dell’incidente, vedendo il luogo in cui è avvenuto con una scarpata di oltre tre metri, in cui l’auto, lanciata a quasi cento chilometri orari, è caduta per cercare di evitare un ragazzino di tredici anni, senza patente su una moto di notte senza luce e senza casco, ho capito che si è trattato di un vero miracolo che il giovane autista dell’auto parrocchiale e il ragazzino investito siano rimasti illesi, senza nulla di rotto. Sia lodato il Signore. Conto nella vostra preghiera perseverante».