Gazzetta di Reggio

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Intimidazioni alla comunità islamica, teste di maiale appese alla moschea

Adriano Arati
Intimidazioni alla comunità islamica, teste di maiale appese alla moschea

Casalgrande, gesto intimidatorio contro la comunità islamica di Sassuolo che ha da poco acquistato la struttura a Veggia. Animi molte tesi nel paese

21 aprile 2018
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CASALGRANDE. Due teste di maiale sistemate sui cancelli esterni dell’ex macello di Veggia, da poco comprato dalla comunità islamica sassolese. Un gesto macabro che al cattivo gusto unisce un doppio sfregio: da un lato il chiaro segnale intimidatorio, oltretutto in un ex mattatoio; dall’altro l’utilizzo del suino, animale di cui la fede islamica proibisce il consumo.

E un ritorno di fiamma sulle polemiche che da diverse settimane stanno agitando Veggia, rialimentate nei giorni scorsi dall’intervento del parroco don Carlo Taglini e poi dalla sistemazione di uno striscione da parte del movimento di estrema destra Forza Nuova con la scritta «Veggia è cristiana».

I due resti animali sono stati ritrovati nella mattina di ieri davanti ai cancelli principali dell’enorme area dell’ex salumificio Fiorini in via della Rocca, nella zona che dall’abitato scende verso il corso del Secchia. Un complesso abbandonato da anni, acquistato all’asta dalla comunità islamica di Sassuolo pochi mesi fa.

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Alcune persone hanno notato la sgradevole decorazione ed hanno avvisato il Comune, che ha poi provveduto a far intervenire le forze dell’ordine. Sono state raccolte deposizioni e ora partiranno le indagini per cercare di identificare gli autori del gesto, effettuato di notte in una zona comunque isolata dove non è difficile passare inosservati e dove non mancano le vie per allontanarsi.

Il nodo del contendere è il futuro di quegli edifici. La comunità islamica sassolese non ha ancora presentato nessun progetto formale di ristrutturazione, l’ipotesi annunciata era quella di trasformare l’ex macello in un centro culturale sfruttandone i larghi spazi e la posizione strategica. In contemporanea sono però iniziate a girare voci differenti, che parlavano della costruzione di una moschea, un luogo di culto, quindi.

Soluzione smentita più volte da Comune di Casalgrande e comunità islamica. I timori sono cresciuti, uniti alle paure degli abitanti per un possibile afflusso di persone nell’area, e la tensione è aumentata progressivamente.

Due settimane fa, l’accelerazione provocata da una lettera del parroco di Veggia, don Carlo Taglini, inviata ai propri parrocchiani. Il sacerdote esprimeva timori per il potenziale forte afflusso di persone di fede islamica a Veggia, dove la popolazione straniera è numerosa: «L’abitato di Veggia rischia di diventare il Bronx dell’area comunale di Casalgrande», ha scritto.

Quando il contenuto della missiva è diventato pubblico, le discussioni sono riprese con maggior forza e pochi giorni dopo è arrivato lo striscione notturno sistemato da Forza Nuova. E ora, le teste di maiale.

L’aria è pesante, molti abitanti contrari a ogni progetto si sono dati appuntamento all’assemblea pubblica del 7 maggio a Veggia. A rotazione mensile l’amministrazione comunale organizza questi incontri nelle frazioni, fra pochi giorni si giungerà proprio in quella che oggi è la zona più calda.