Gazzetta di Reggio

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Abusi seriali sui bambini, parla una delle vittime: «Temevo nessuno mi credesse»

Chiara Cabassa
Abusi seriali sui bambini, parla una delle vittime: «Temevo nessuno mi credesse»

Una delle vittime del pedofilo, accusato di aver abusato anche di bambini disabili, si è rivolta alla Caramella Buona. Il legale del 60enne: «L’ho incontrato in cella, è provato» 

08 agosto 2018
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REGGIO EMILIA. «Il mio timore è sempre stato quello di non essere creduta». Ieri mattina, nella sede reggiana de La Caramella Buona Onlus, si è presentata la giovanissima ragazza che ha permesso ai carabinieri di Reggio Emilia coordinati dal tenente colonnello Alessandro Dimichino di compiere l’indagine che ha portato nei giorni scorsi all’arresto di un sessantenne reggiano sul quale pesano accuse pesantissime: pornografia minorile, atti sessuali con minori di 14 anni oltre ad abusi su una parente disabile.

Accompagnata, come sempre, dall’amica del cuore coetanea (sono entrambe appena diciottenni), davanti al presidente dall’associazione antipedofilia Roberto Mirabile, questa coraggiosa vittima ha espresso il desiderio di dimostrare in tribunale quanto accaduto «perché il mio timore è sempre stato quello di non essere creduta, mi sono sempre trovata in grandi difficoltà a far capire il mio dolore nel contesto in cui vivo ogni giorno».

«Ero impaurita e in parte lo sono ancora oggi – ha proseguito la ragazza – ammetto che mi preoccupa affrontare il futuro, ma so di avere al mio fianco persone che mi hanno dato fiducia fin dall’inizio».

«Dopo che la ragazzina ha dimostrato un grande coraggio – ha sottolineato Monica Nassisi, legale della vittima nonché dell’associazione La Caramella Buona – mi auguro che i magistrati competenti mantengano la custodia cautelare in carcere, senza concedere i domiciliari o altra misura minore, in quanto le vittime vanno tutelate con la massima efficacia tenendo lontano da loro l’indagato, che non solo potrebbe inquinare le prove ma anche porre in essere minacce e intimidazioni, ovviamente sussistendo il grave pericolo della reiterazione del reato. Questa giovane donna presentatasi alla Caramella Buona – ha continuato l’avvocato – deve essere un esempio per tutte le vittime, perché pur essendo in tenera età, è sfuggita al suo aguzzino, nonostante non sia stata minimamente aiutata da tutto il contesto che le è vissuto intorno».

L’attività investigativa era partita dalla perquisizione effettuata qualche mese fa nell’abitazione dell’indagato da parte dei carabinieri di Reggio Emilia, che avevano scoperto un database con oltre un milione di file pedopornografici. E sempre nell’abitazione dell’uomo era stato sequestrato il materiale informatico idoneo all’archiviazione di file tra cui, in particolare, anche alcune spypen che l’uomo usava per riprendere di nascosto minorenni, in alcuni casi giovanissime parenti, talvolta affidate alla sua vigilanza, mentre queste ultime erano intente a spogliarsi nella propria camera o a farsi la doccia. L’ordinanza cautelare è stata emessa dal Tribunale di Bologna.

Ora il sessantenne reggiano si trova in un carcere del Veneto ma presto verrà trasferito alla Pulce o comunque in una casa circondariale più vicina a Reggio Emilia. A difenderlo è l’avvocato Andrea Trolli che ha già incontrato il suo cliente in cella. «È molto preoccupato – ci ha detto il legale – essendo accusato di reati assolutamente gravi. Ma allo stesso tempo respinge le accuse così come sono state formulate». Quanto alla data dell’udienza «andremo sicuramente dopo l’estate – conclude l’avvocato – siamo in una fase ancora embrionale».