Genova

Monsignor Granara: "Vanno in chiesa e attaccano i migranti? La loro non è fede"

Sale la tensione a Multedo in previsione della nuova manifestazione di martedì

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A Multedo i primi striscioni contro la Chiesa sono comparsi a inizio ottobre, durante una processione nel quartiere. Poi sono arrivate le sparate dell'assessore leghista Stefano Garassino, che ha definito don Giacomo Martino «nemico pubblico numero uno» e ha promesso «calci nel sedere agli accattoni». Dopo una fiaccolata con insulti alla Curia, a Multedo i richiedenti asilo sono arrivati davvero. In dodici. E le offese del quartiere contro la Chiesa, in riferimento al cosiddetto "business dei migranti", sono diventate pesantissime: «Mafia ecclesiastica», «Curia ladrona», si leggeva sugli striscioni di venerdì sera al casello autostradale di Pegli.

Ora alcuni abitanti di Multedo annunciano un'altra fiaccolata, martedì 24 ottobre. Casapound Genova ha già annunciato che parteciperà. La Cgil ribatte che «Genova è antifascista e non può accettare una tale provocazione», e annuncia che se la manifestazione sarà confermata, convocherà nella stessa sera un presidio antifascista ai giardini di Multedo. L'Anpi seguirà la stessa strada, perché Genova «non è disponibile a tollerare ulteriori rigurgiti xenofobi e razzisti». Monsignor Marco Granara, rettore del Santuario della Guardia, vede un futuro cupo. «Non si ragiona più, si urla solo», dice. «Se questo costume diventa metodo andiamo verso un disastro umano e democratico, una guerra civile».

Monsignor Granara, a Multedo la tensione è altissima. Ma nella battaglia contro il centro d'accoglienza, gli abitanti ripetono: «Non c'è l'abbiamo con i migranti ma con la Chiesa che ci ha tradito». Perché?

«Pensiamo cosa patisce il Papa, che a parole sta simpatico a tutti ma poi è ritenuto esagerato nella sua misericordia: per moltissimi la Chiesa dovrebbe chiudere un occhio davanti a certe ingiustizie. Il nostro dovere di accogliere però non può essere messo in discussione, e nemmeno il diritto dei migranti di non morire di fame nei loro Paesi. Ma la gente di Multedo, di chi sta difendendo i diritti? Di un po' di anziani? Ma insomna, il mondo non è loro, ma di chi un giorno prenderà il loro posto».

Tutti i partiti di destra, pur essendo tradizionalmente vicini alle posizioni cristiane, stanno però dalla parte degli abitanti.

«La politica sta sollevando un polverone e c'è un filone in particolare che ragiona con la bava alla bocca in vista delle elezioni. Sta esasperando un problema che potrebbe essere risolto ragionando in modo pacato. Basterebbe guardare i numeri per scoprire che trenta migranti non hanno mai rovinato nessun quartiere. Don Giacomo Martino sta facendo un lavoro di prudenza e mediazione: cinquanta migranti sono troppi? Mettiamone meno allora».

È una soluzione che Multedo rifiuta. Molte persone che seguono la vita religiosa del quartiere non vogliono accogliere nemmeno un migrante. Com'è possibile?

«Sarò brusco: siamo davanti a una fede cristiana fasulla. ll problema è che abbiamo dato per scontato per troppi anni che chi va in Chiesa sia cristiano. E poi ci ritroviamo con i cristiani mafiosi, che hanno i santini appesi nel covo. Il problema è che questi fedeli che si sono ritrovati battezzati da bambini sono tantissimi, e anziché ragionare come Gesù ragionano con il fegato. Ma non bisogna ragionare come fa la maggioranza, perché la verità non sta lì: Gesù criticava la maggioranza, e proprio per questo si è ritrovato in croce».

Intanto a Multedo ci sono catechisti e portatori di Cristi delle processioni che scendono in piazza contro la Chiesa.

«Portare il Cristo non significa assolutamente nulla. Puoi anche avere un Padre Pio appeso e credere alla Madonna che piange, ma se ti comporti così non sei cristiano, sei solo superstizioso. Anzi, questa gente fa solo fare brutta figura alla Chiesa. Se perderanno la fede pazienza, tanto non era fede. Ma sa chiaro: io sono disponibile ad aiutare questa gente per far capire loro che cos'è la fede vera».