Dalla Russia con passione. E’ la storia del coro Rodnik, originario di Mosca, ma conosciuto in tutta la Russia, nato nel 1992 e che arriva in Italia, dopo esser stato in Bulgaria, Ungheria, Slovacchia, nella Repubblica Ceca, in Polonia, in Austria, in Finlandia e in Svezia; nella settimana dal 20 al 27 ottobre per la prima volta si esibisce in Liguria, lunedì 23 alle 20 e 30 nel Teatro Sociale di Camogli, mercoledì 25 nel Teatro Rina e Gilberto Govi di Bolzaneto, giovedì 26 nel Teatro Mons. Paolo Botto a Savignone, poi l’ultima data è ad Albisola.
Si tratta di una trentina di ragazzi dai 12 ai 15 anni, diretti da Valentina Petelina da ben 25 anni a capo del coro, che ha visto i suoi bambini crescere a cui si aggiunge la direzione artistica di Gulya Musina. Il coro di
Rodnik ha una storia di tutto rispetto, proviene dall’omonima scuola d’arte che nel 2009 è stata riconosciuta addirittura come il migliore istituto di istruzione in tutta la Russia, e anche il coro stesso ha un passato importante: proprio in Italia ad Arezzo ha vinto il Gran Premio, un riconoscimento che si aggiunge ai numerosi raccolti in casa. I cori hanno una profonda tradizione in Russia, un paese con un’antica vocazione musicale, caratterizzata da note di malinconia e di romanticismo che si sviluppano in un una musicalità dolce ed emozionante, anche per questo particolarmente adatta all’esecuzione di generi diversi, dalle canzoni popolari ai compositori classici, dalla musica sacra a quella moderna. Nel programma del Rodnik non poteva mancare il grande Tchaikovsky, considerato il padre della musica russa, a seguire Dunaevsky, compositore del Novecento che ha contribuito a formare il genere della musica sovietica, poi anche un italiano, Pergolesi; Sokolov conosciuto invece per la canzone popolare lirica russa; Andrej Espaj, noto compositore russo dallo stile eclettico, solo per citarne alcuni.
Ascoltare i canti di questi giovani ragazzi è come fare un tuffo dentro alle emozioni di questo grande popolo, un mosaico complesso di tradizioni e di sentimenti: “In Russia il canto corale è molto sentito - spiega Gulya Musina - la cultura musicale è importante, e i bambini cominciano a cantare presto, già dal primo anno della scuola elementare, che in Russia comincia a 7 anni, che parte con almeno un paio di lezioni alla settimana. Un’ottima formazione perchè quando i bambini quando fanno parte di un coro, si sentono all’interno di una vera e propria squadra, si instaurano saldi rapporti di amicizia che spesso durano anni, anche una vita intera. Aggiungo anche che si sviluppa un equilibrio che coinvolge e unisce, la voce di un singolo bambino influenza gli altri, infatti se un bambino canta bene, gli altri lo seguono, stessa cosa se canterà male”.
Insieme ai ragazzi, anche un’artista conosciuta in Russia per la sua voce e vincitrice di più concorsi, la solista Svetlana Belyakova che si esibirà in generi diversi, dalla musica classica tedesca all’opera italiana, inclusa musica moderna, oltre a due musiciste, una pianista e una flautista. Emozionante vederli sul palco e sentirli cantare in perfetta armonia, affiatati e attentissimi a non sbagliare nessuna nota.
Si tratta di una trentina di ragazzi dai 12 ai 15 anni, diretti da Valentina Petelina da ben 25 anni a capo del coro, che ha visto i suoi bambini crescere a cui si aggiunge la direzione artistica di Gulya Musina. Il coro di
Rodnik ha una storia di tutto rispetto, proviene dall’omonima scuola d’arte che nel 2009 è stata riconosciuta addirittura come il migliore istituto di istruzione in tutta la Russia, e anche il coro stesso ha un passato importante: proprio in Italia ad Arezzo ha vinto il Gran Premio, un riconoscimento che si aggiunge ai numerosi raccolti in casa. I cori hanno una profonda tradizione in Russia, un paese con un’antica vocazione musicale, caratterizzata da note di malinconia e di romanticismo che si sviluppano in un una musicalità dolce ed emozionante, anche per questo particolarmente adatta all’esecuzione di generi diversi, dalle canzoni popolari ai compositori classici, dalla musica sacra a quella moderna. Nel programma del Rodnik non poteva mancare il grande Tchaikovsky, considerato il padre della musica russa, a seguire Dunaevsky, compositore del Novecento che ha contribuito a formare il genere della musica sovietica, poi anche un italiano, Pergolesi; Sokolov conosciuto invece per la canzone popolare lirica russa; Andrej Espaj, noto compositore russo dallo stile eclettico, solo per citarne alcuni.
Ascoltare i canti di questi giovani ragazzi è come fare un tuffo dentro alle emozioni di questo grande popolo, un mosaico complesso di tradizioni e di sentimenti: “In Russia il canto corale è molto sentito - spiega Gulya Musina - la cultura musicale è importante, e i bambini cominciano a cantare presto, già dal primo anno della scuola elementare, che in Russia comincia a 7 anni, che parte con almeno un paio di lezioni alla settimana. Un’ottima formazione perchè quando i bambini quando fanno parte di un coro, si sentono all’interno di una vera e propria squadra, si instaurano saldi rapporti di amicizia che spesso durano anni, anche una vita intera. Aggiungo anche che si sviluppa un equilibrio che coinvolge e unisce, la voce di un singolo bambino influenza gli altri, infatti se un bambino canta bene, gli altri lo seguono, stessa cosa se canterà male”.
Insieme ai ragazzi, anche un’artista conosciuta in Russia per la sua voce e vincitrice di più concorsi, la solista Svetlana Belyakova che si esibirà in generi diversi, dalla musica classica tedesca all’opera italiana, inclusa musica moderna, oltre a due musiciste, una pianista e una flautista. Emozionante vederli sul palco e sentirli cantare in perfetta armonia, affiatati e attentissimi a non sbagliare nessuna nota.