Genova

Genova, Casapound presenta i candidati alle elezioni

Demopolis dà il partito sotto il 2 per cento. L'imperiese Silvia Pastorino sarà capolista al Senato

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La gigantografia di Simone Di Stefano, candidato alla carica di Presidente del Consiglio, guarda, fiera e austera, la platea dal lato sinistro della stretta sala ruinioni. Al centro della stanza domina la bandiera blu con dodici stelle dorate dell'Unione Europea, sfregiata da un grossa X rossa; mentre, sulla destra, c'è il manifesto a sfondo nero con la tartaruga bianca di Casapound.

Fuori dall'hotel Rex di Via De Gaspari, nel quartiere di Albaro, a pochi passi da Boccadasse, uno sparuto gruppetto di militanti del partito di estrema destra si scambia saluti da legionari e aspetta la presentazione dei candidati alla Camera e al Senato per le prossime elezioni.

"In pochi mesi l'adesione al movimento in città è cresciuta. Avremo dieci o, meglio, quindici uomini nel Parlamento, che finalmente prenderanno per il colletto inamidato i politici che, da sempre, fanno e hanno fatto i loro interessi", scandisce un attivista, prima di presentare la squadra dei candidati. C'è molta fiducia negli uomini del partito, nonostante l'ultimo report di Demopolis sulle intenzioni di voto degli italiani piazzi Casapound sotto il 2 per cento. Per entrare a Montecitorio e palazzo Madama occorre superare la soglia del 3 per cento.

Marco Mori, avvocato ed ex candidato sindaco per Genova alle passate amministrative; Andrea Lombardi, capolista del partito al Senato per il collegio della Liguria e uno degli ideatori di Casapound Liguria; Fersido Censi, candidato a Senato all'uninominale di Genova e fuori uscito dalla Lega di Salvini; Davide Cappai, anche lui all'uninominale, ma per la Camera, nel collegio Liguria 4 e Silvia Pastorino, candidata alla Camera al plurinominale del collegio Liguria 2. Sono i loro i volti di Casapound che si sfideranno nell'agone politico. Prendono posto l'uno affianco all'altro, sotto l'altarino composto dal trittico Di Stefano, bandiera Ue crociata e simbolo di Casapound. 

"Abbiamo scelto i militanti come nostri rappresentanti perché conoscono il territorio e le persone". Il gruzzolo di voti che Casapound riesce a raccogliere è frutto del lavoro da "marciapiede" che svolgono nei quartieri, soprattutto quelli più difficili. "Ho deciso di accettare la proposta - spiega Davide Cappai -, perché non c'è soddisfazione maggiore di vedere il volto felice di chi ha appena ricevuto pasta, olio e tonno". 

Il programma, "schematico e corto rispetto agli altri, ma anche chiaro e concreto" - come si legge nello studio dell'istituto Catteneo del 6 febbraio - si basa sui alcuni capisaldi della politica del partito d'ispirazione fascista: sovranità nazionale in campo politico ed economico, per i primi due punti; la questione immigrati, Ius soli e rimpatrio dei clandestini al terzo. "Vogliamo uno Stato forte, che sia guida per i cittadini e che li tuteli; che sia autonomo dai poteri internazionali; vogliamo l'uscita dall'Unione Europea e dai suoi trattati; l'abolizione della moneta unica per una nuova valuta italiana e accordi bilaterali con gli Stati che vorranno commerciare e lavorare con l'Italia".

Sulla questione immigrati, la soluzione è un edulcorato 'aiutiamoli a casa loro': "Faremo accordi con le Nazioni dalle quale provengono gli immigrati - spiega Lombardi -. Noi li aiuteremo e li faremo sviluppare con il nostro supporto; loro, d'altro canto, richiameranno i loro cittadini, i quali verranno impiegati come forza lavoro nelle opere che verranno realizzate anche grazie agli aiuti italiani". L'Italia, infatti, dovrebbe tornare, secondo Casapound, a essere "protagonista nel Mediterraneo, che è, insieme all'Europa continentale, il suo bacino territoriale naturale".