Genova

La Prof cattolica che insegna la cultura araba

Lara Manni è nata in Giordania: "Qui per le donne c'è molta più autonomia"

2 minuti di lettura
“Vado sempre a guardare le palme che sono nelle aiuole del Porto Antico:mi ricordano le palme della mia città natale Amman in Giordania”. Lara Manni docente a contratto di letteratura e cultura araba e lettrice di lingua araba insegna nell’ateneo genovese da molti anni, dal 2014 è cittadina italiana. Acuta osservatrice delle strutture sociali che nutrono il confronto tra mondo islamico e il mondo occidentale, in maggioranza con fondamenta cristiane, la professoressa spiega. “Sono cattolica e ho avuto molte esperienza culturali che hanno arricchito il mio bagaglio esistenziale. Dopo la laurea in Giordania in letteratura inglese decisi di venire in Italia. La musicalità della lingua italiana mi attirava molto. Mi iscrissi all’università a Verona e mi laureai con una tesi in letteratura euro americana sul tema dell’assurdo. Poi approdai a Genova circa dieci anni fa per proseguire una attività didattica e culturale ricca di soddisfazioni”.
Gli studenti che si avvicinano alla cultura araba nell’ateneo genovese sono molti e aumentano di anno in anno, le tematiche da approfondire sono vaste e complesse.
“Da cattolica sono stata molto aiutata nei miei itinerari intellettuali dalla struttura della Caritas e negli studi dei Vangeli e della teologia cattolica sento respirare un’aria di autonomia e di libertà molto importante. Questi sono stati i motivi per cui ho abbandonato la mia terra di origine perché capivo che per una donna la dimensione sociale subiva limitazioni e costrizioni inaccettabili. Discuto spesso con gli studenti le strutture della cultura araba e delle possibili evoluzioni di tale società”.
Autrice di molti testi e conoscitrice del dialetto siriano, libanese egiziano, iracheno, palestinese e del golfo arabo, Lara Manni spiega: “Le dittature del mondo arabo sconfitte dal movimento della” primavera araba” hanno creato una stratificazione politica dura da sconfiggere ed è ancora più difficile creare una nuova classe dirigente capace di superare l’oppressione sociale. La priorità assegnata al dettato del Corano crea una prevaricazione a vantaggio del pensiero religioso a discapito delle leggi civili. Certo esiste un islam moderato con il quale il dialogo è più concreto,ma a monte,i protagonisti della lotta politica sono gli eredi di dittatori e poco spazio danno all’emergere di nuove, moderne personalità. E’ il caso della Libia”.
Autrice di un bel saggio nel quale analizza l’influenza di Machiavelli nel mondo islamico Lara Manni è ottimista: "Gli strumenti del comunicare moderno soprattutto il turismo sviluppano nuove consapevolezze. L’istruzione, il cinema, il teatro aiutano ad alimentare nuove verità nuovi scenari,soprattutto tra le donne. Amo molto Dante e la grande genialità di Pirandello”.
L’entusiasmo degli studenti verso il fascinoso mondo orientale  ha spinto Lara Manni a presentare in Regione un progetto per lo studio e l’approfondimento della cultura islamica. Nessuno le ha mai risposto. Diversamente da Verona e Mantova dove i suoi progetti sono stati ben accolti.
Aggiunge: “Mi piace molto il pesto , ma soffro per certe chiusure comunicative dei genovesi e poi perché sono così avari?”
Quest’anno ha dedicato il suo corso alla poesia preislamica nella ostinata convinzione che la bellezza aiuti a mediare la incomprensibile crudeltà dei rapporti di forza.