Genova

Pace e scienza, il connubio che funziona

SCIENZA

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Pace e Scienza, in ordine alfabetico, sono elementi importanti, fondamentali, per l’umanità. Sono spesso irrinunciabili nelle parole dette o scritte da molti governanti. Tuttavia, al dunque, sembra che vi sia una incapacità diffusa a rendere Pace e Scienza concreti. Eppure Pace e Scienza sono concreti, realizzabili e realizzati, ad esempio, nelle convivenza e rispetto della pratica dei laboratori di ricerca. Il nostro territorio, Genova, contiene elementi interessanti di come possano coesistere in modo naturale, come è “naturale” che sia. All’IIT, l’Istituto Italiano di Tecnologia i mille volti dei ricercatori e delle ricercatrici, che provengono da 58 Paesi differenti e si trovano a convivere tra le idee e le intuizioni di chi vuole fare ricerca e gli esperimenti in laboratori dove il rispetto dei dati portati dagli uni e dagli altri nella discussione scientifica, sono un momento fondamentale per lo sviluppo della conoscenza, dunque per l’accrescimento del senso critico e, ancora, del rispetto degli uni per gli altri. Gli uni? Gli altri? Ma di che parlo? In effetti, indifferentemente dal Paese di nascita o di provenienza, non vi sono gli uni e gli altri nei laboratori di Morego o Erzelli, così come in altri luoghi di ricerca internazionale. “Gli uni e gli altri” non li trovate nell’esperienza di SESAME (Synchrotron-light for Experimental Science and Applications in the Middle East) dove ricercatrici e ricercatori di Bahrein, Cipro, Egitto, Iran, Israele, Giordania, Autorità Palestinese, Pakistan e Turchia lavorano ad una sorgente di luce al sincrotrone di terza generazione ufficialmente inaugurata ad Allan in Giordania il 17 maggio del 2017. Si tratta del più grande centro di ricerca del medio oriente a direzione italiana con il coinvolgimento importante dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, la Sapienza di Roma e la Città della Scienza di Napoli. Città della Scienza di Napoli lega subito con il Festival della Scienza che si svolge a Genova tra la fine di ottobre e i primi di novembre di ogni anno. Il Festival della Scienza di Genova è “il luogo” dove con il Paese ospite indicato anno per anno tutti i Paesi sono importanti ospiti, dove si incontrano istituzioni di ricerca e iniziative di divulgazione per rendere concreti i concetti di Pace e Scienza attraverso la condivisione delle idee. Dunque, Genova si trova al centro di momenti e attività importanti sia nella ricerca che nella condivisione dei risultati scientifici e di nuovi traguardi tecnologici. Amira, Aymeric, Barbara, Nicholas, Agnieszka, Melody e Isotta vivono insieme i progetti di ricerca, comunicano nel linguaggio comune della scienza mediato dalla condivisione dei dati e dei risultati in una lingua mista, per gentilezza reciproca, costruita tra l’inglese, il francese, l’italiano e il … genovese che diventa inglese professionale negli articoli scientifici e nelle presentazioni ai congressi internazionali. La passione per la ricerca non impedisce di scambiarsi ricette di cucina, letture e musica insieme ai panorami emozionanti che questo territorio sa offrire e all’esultanza per un risultato raggiunto. Ognuno a modo suo, ognuno in un modo che diviene subito comune. Queste ricercatrici e questi ricercatori torneranno nei loro Paesi o andranno in altri Paesi a continuare la loro ricerca, altre e altri arriveranno tra le colline di Morego o di Erzelli, tra Palazzo Reale e il Porto Antico, a valletta Puggia o di fronte alla Lanterna. Così hanno fatto Gaser, Emiliano, Ivan, Silvia, Jenu, Francesca, Colin, Nirmal e Ksenya. Hanno portato e porteranno la loro ventata di entusiasmo, le loro culture e le loro idee in giro per il mondo. Saranno ambasciatrici e ambasciatori di Pace e Scienza salpando o approdando da/a Genova e più saranno meglio sarà per tutti. Genova è Porto di Mare, qui arrivano e partono merci, qui si mescolano le culture, qui circolano le idee anche se a volte sembrano soffocate dal quel gratuito e inevitabile “mugugno” di cui, come per la focaccia, sembra non possiamo fare a meno nel bene e nel male, qui le lingue si mischiano tra i dedali del Centro Storico e della Città tutta che si espande in una lingua stretta sul mare per salire verso le colline, spesso in modo repentino. Genova è un vero e proprio laboratorio per l’immediato futuro forte di un presente che non vuole aspettare per diventarlo. Leggendo le notizie che arrivano dalla striscia di Gaza, pensando alla Siria e a Giulio Regeni e guardando negli occhi queste ragazze e ragazzi con cui ho la fortuna di condividere le giornate, mi domando perchè? Perchè non riusciamo a esportare su larga scala tutto questo? Mi sento tante volte privilegiato e forse questo mi colloca in un mondo idealizzato. Tante volte privilegiato per quel poter sperare in meglio, ogni giorno. Ma, Pace e Scienza sono accumunati dall’essere percorsi che non permettono scorciatoie. Entrambe richiedono dedizione e “duro” studio, entrambe sono fatte di alti e bassi. Entrambe condividono percorsi che diventano improvvisamente scenari mozzafiato che è impossibile non cercare di condividere. La retina artificiale e i nuovi materiali, le scoperte tra le stelle dell’Universo o tra i delicati passaggi molecolari delle nostre vite, le svolte impresse dall’intelligenza artificiale e dalle tecnologie robotiche sono frutto della condivisione del lavoro di ricercatrici e ricercatori che provengono da Paesi ricchi e da Paesi poveri, da Paesi dove l’aspettativa di vita è ancora 40 anni e da quelli dove si superano gli 80. Sono attirati qui non per cambiare il loro stato ma per poter vivere la loro voglia di fare fare ricerca. La loro prospettiva di fare ricerca è anche quella di poter abbattere proprio quelle differenze, insieme. La domanda che sarebbe importante fare è dunque non chi distruggere ma con chi costruire? La risposta in fondo l’abbiamo e sta soffiando nel vento come ci hanno cantato tante volte Pierangelo Bertoli e Bob Dylan.