Genova

La Festa dell’Unità cerca casa, il Pd pensa ai Giardini Luzzati

Probabile addio dopo parecchi anni alla zona di Caricamento, non ci sono risorse, l’alternativa è andare in periferia

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«A volte qualcuno di noi pensa di essere sempre il partito dei cinque piani di Salita San Leonardo...», sospira un dirigente del Pd genovese. Il riferimento è alla vecchia sede del Pci, anzi al grande Pci sotto la Lanterna, decine di migliaia di iscritti e decine di funzionari. Una macchina del consenso rodatissima, un contropotere temuto e insieme blandito da chi in città deteneva l’altro potere, quello economico.
Oggi invece c’è da pensare, molto più pragmaticamente, all’organizzazione della prossima festa dell’Unità. Se ne parlerà mercoledì prossimo alla direzione del partito, ma si sanno già alcune cose. Anzi, una: sarà un’edizione “low profile” e “low cost”. Lontana anni luce dalle kermesse a cui i genovesi erano stato abituati.
Lo scorso anno dopo la storica sconfitta alle elezioni comunali, un Pd ancora frastornato decise comunque di non privarsi dell’appuntamento estivo. Investendo non solo le (poche rimaste) energie militanti, ma anche (i pochi rimasti) soldi, nella speranza di recuperare con gli incassi. Invece andò male. Come detto il partito ci aveva puntato parecchio (solo di concessioni comunali per le aree del Porto antico: 50mila euro per 17 giorni) e anche un Matteo Renzi ciarliero e fresco di pubblicazione con Feltrinelli aveva partecipato per presentare il libro, che poi alla fine fu un semplice comizio. Invece nonostante l’impegno alla fine dei conti la federazione del Pd genovese ci aveva rimesso 100mila euro. Ridotte le presenze e ridotti i contributi degli sponsor, ma del resto non era difficile immaginare che il cambiamento politico a Palazzo Tursi avesse influito non poco. Basta mettersi nei panni di una società privata: perché “investire” in una festa di un partito che non governa più?
Pure sul piano politico però l’evento non fu proprio fortunatissimo. Dalle prime polemiche per l’utilizzo di alcuni ragazzi nei ristoranti grazie all’alternanza scuola lavoro, all’affaire “focaccette” di Crevari, i cui cuochi si erano ormai accasati con gli scissionisti da sinistra di Mdp.
Comunque sia, pare che per quest’anno l’area di Caricamento non verrà più opzionata (si dice anche perché al Comune non più amico non faccia poi così tanto piacere). In realtà la zona del Porto antico non è stata depennata definitivamente, ma le quotazioni sono in ribasso.
La nuova festa 2019 potrebbe quindi tenersi ai giardini Luzzati, ormai l’ultima enclave fisica della sinistra cittadina. Oppure, altra opzione, in un quartiere di periferia. Sarebbe un messaggio anche politico, in fondo. A Milano il Pd ha invece organizzato una festa di un mese — tutto settembre — ma itinerante, per toccare ogni zona della città: ma lo stato di salute del centrosinistra meneghino non è paragonabile a quello genovese.
Il dossier adesso è in mano al segretario della federazione Alberto Pandolfo, il quale per ora preferisce non anticipare nulla. Anche se conferma che sì, bisognerà giocoforza volare basso rispetto al passato. Le risorse sono poche, la fase politica è nera per il centrosinistra, localmente e non solo, e in più all’orizzonte c’è il possibile congresso del 2019. I renziani con Graziano Delrio e la sinistra con Nicola Zingaretti. Ma questa, per ora, è un’altra storia.