"La tendenza omosessuale? E’ qualcosa di disordinato": risponde il mondo gay

Dopo le parole di monsignor Corrado Sanguineti, arrivano le reazioni della comunità locale

"La tendenza omosessuale? E’ qualcosa di disordinato": risponde il mondo gay
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«La tendenza omosessuale non è peccato, ma certamente qualcosa di disordinato rispetto all’ordine della natura. Non sarà quella la strada che ti fa felice. Però a questo punto la libertà è tua, giocatela tu». Non è passato inosservato, il discorso di alcuni giorni fa sull’omosessualità che l’attuale vescovo di Pavia Corrado Sanguineti, molto conosciuto nella diocesi di Chiavari. E sono arrivate le reazioni del mondo gay.

Da 17 anni ha una relazione stabile con un uomo: «Non esistono cose disordinate»

Marco Bacigalupo (nella foto, a sinistra) è di Chiavari. Da 17 anni ha una relazione con Michele e non ne ha mai fatto mistero. Anche nelle ore calde della Legge Cirinnà sulle unioni civili «ci aveva messo la faccia» parlando della sua esperienza, di famiglia e di omosessualità. Lo fa anche questa volta: «Conosco monsignor Corrado Sanguineti anche se non personalmente, perché siamo più o meno coetanei ed abitanti per tanto tempo nella stessa città. Abbiamo frequentato diverse realtà in ambito della fede ma sono convinto che sia una persona positiva e sincera e non credo che il suo pensiero si possa definire "omofobia" in senso stretto» dice. «Ciò nonostante ritengo che avventurarsi nel giudizio in questa tematica necessiti di una esperienza più profonda perché terreno delicato, dove si giocano le vite delle persone. Vorrei rispondergli che nella Creazione ad opera di Dio non esistono cose disordinate. Come scritto nel Vangelo di Giovanni, solo la verità rende libero l'uomo, ed aggiungo: solo la libertà ci può dare responsabilità, gioia ed una vita vera anche nella fede. Direi invece ai ragazzi: siate veri, ragionate e prendete atto di ciò che siete. Non fate finta di essere altro. A Dio piacete come siete fatti e come vi ha creato. Se siete omosessuali vivete nel vostro modo di essere con tranquillità e senza divisioni dalle altre persone. Ognuno ha un suo posto, qualcosa da dare e ci riuscirà se sarà vero e sereno nella vita».

Pietro Tarallo, primo "sposo" a Pieve Ligure: «Si parli di pedofilia»

Pietro Tarallo (nella foto, a destra) è stato il primo uomo a sposarsi nel Comune di Pieve Ligure, con l’avvocato Massimo Bisceglie, nel settembre 2017. Prima di loro, una coppia di donne. Giornalista, scrittore, è tra gli storici fondatori dell’Arcigay. «La Chiesa ha tantissimi scheletri nell’armadio e
i personaggi di s picco dovrebbero stare molto attenti a quello che dicono , tenendo conto di quanto ha detto papa Francesco sull’accoglienza e invece di fomentare i giovani, che sono i più fragili e sottoposti ad un contesto complesso, vedi il bullismo. Molti preti hanno problematiche di pedofilia, la Chiesa semmai dovrebbe su questo, invece molto spesso so- no protetti dalle gerarchie». E lancia un appello: «Invece di condannare le scelte sessuali, si guardi più all’interno sui personaggi che spesso delinquono abusi verso minori pericolosi Ci sono stati episodi che hanno costellato la mia vita, nel bene e nel male: un esempio? A Torino, mentre mi stavo preparando per la Comunione, il prete mi chiese più volte
con insistenza se mi toccavo. Non fu un avance vera e propria, ma da lui non ci sono più andato.
Frequento per lavoro l ’ ambiente della Chiesa (Tarallo ha scritto diversi libri sui monasteri, ndr) e ho incontrato anche persone molto corrette: come in ogni posto si può incontrare di tutto. Questo obbligo al celibato, però, spesso porta i rappresentanti a posizioni pesanti verso i soggetti più deboli come sono i minori e questo è riprovevole».

Il presidente di Arcigay Genova: «Tremendo quello che è successo»

Claudio Tosi è il presidente di Arcigay Genova e di competenza segue anche il levante ligure. «E’ tremendo quello che è successo - dice Tosi, riferendosi al discorso di monsignor Sanguineti - sono contento che l’Arcigay di Pavia lo abbia reso pubblico in tutti i modi: il lavoro della nostra associazione  è di essere capillare su tutto il territorio. E’ tremendo quanto successo perché già facciamo una fatica tremenda ad entrare nelle scuole a parlare di omosessualità: spesso le associazioni ci
impediscono di entrare, impedendo di fatto il nostro normale lavoro.
Il discorso di monsignor Corrado San- guineti fa del male ai ragazzi senza rendersene conto, è scientificamente aberrante: a mio parere la scuola non doveva farlo entrare. Per fortuna i giovani di oggi hanno le idee più chiare».

 

 

 

 

 

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