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Raimondo Lanza spionaggio e amore nella vita misteriosa del nobile dandy

La nipote Ottavia Casagrande racconta il celebre nonno con ricordi e carte d’archivio che riscrivono la storia d’Italia

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ANTONIO CALABRò

La storia, negli occhi e nelle scelte di personaggi ai margini della scena, ma essenziali, per scandirne le svolte. Come Raimondo Lanza Branciforte di Trabia, principe siciliano, uomo di gran mondo, elegante e fragile e, si scopre adesso, acuto agente dei servizi segreti italiani. Molti lettori ne erano rimasti affascinati, leggendo “Mi toccherà ballare”, scritto due anni fa dalla figlia Raimonda: storie familiari, sullo sfondo d’una Sicilia aristocratica e restia ai cambiamenti, passioni amorose e, alla fine, una morte inattesa dietro cui si nasconde, forse, un delitto. Adesso, di Raimondo Lanza, si scoprono altri aspetti in Quando si spense la notte ovvero “la spia che non voleva la guerra”, di Ottavia Casagrande, la nipote, sempre per Feltrinelli: una storia vera, avvincente come un romanzo, intrecciando ricordi personali e carte d’archivio, con colpi di scena che potrebbero far rileggere diversamente la storia d’Italia.



A rivelare alla Casagrande aspetti inediti del principe, arriva Geraldine S., una gentile signora inglese che, dopo aver letto “Mi toccherà ballare”, racconta all’autrice le memorie della madre Cora, lei sì davvero spia del governo britannico a Roma e, con trasporto crescente, amante di Lanza. Amore e guerra, spionaggio e passione.

Sono anni cupi, il 1939 e il 1940. Lampi di battaglia, con le armate tedesche che, dopo aver aggredito la Polonia, dilagano in Europa. L’Italia, per il momento, è “non belligerante”. Ma Mussolini si prepara a entrare in guerra, nonostante alcuni, nelle stanze del governo fascista, nutrano preoccupazioni sull’effettiva forza militare italiana e sulle eccessive mire di dominio dell’alleato nazista. Come Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri, genero del Duce, fatuo e vanesio, ma anche lucido interprete della realtà. Le sue preoccupazioni hanno un attento ascoltatore proprio in Raimondo Lanza, amico e confidente di giochi di società e di inquietudini. Il fascismo rivela vizi e debolezze che disilludono Raimondo, anima bella che, da volontario squadrista durante la guerra civile in Spagna, aveva creduto nei valori della Patria e nella spregiudicatezza dell’arditismo della “bella morte”. E adesso che il regime trascina l’Italia verso la guerra, aumentano i dubbi, le preoccupazioni, lo spirito critico dell’eroismo infranto.



Parte da qui, il racconto della doppia vita di Raimondo Lanza, dandy e gran corteggiatore di belle donne (Susanna Agnelli, tanto per fare solo un nome), ma pure diplomatico e spia, un po’ per gioco e un po’ per amore. Con tutta l’ironia che s’addice a un gran signore che della vita ha visto anche l’anima nera, coltivando il disincanto: «Fossi Lombroso - riflette tra sé e sé Raimondo, assistendo, da un nascondiglio, al raduno degli alti gerarchi fascisti intorno a Mussolini - mi troverei piuttosto a mal partito. È difficile immaginare come siano riusciti a raggruppare ed esporre tutti insieme tanti volti così flaccidi, anonimi e banali». Nelle pagine di “Quando si spense la notte”, è tutto un tramare, scappare, ricorrere a trucchi e travestimenti, sfuggire ad attentati e veleni, muoversi nelle pieghe dei servizi segreti, portando alla ribalta anche il conflitto che oppone il colonnello Santo Emanuele (personaggio oscuro, corrotto, ricattatore, ma protetto dal Duce perché capo della squadraccia che aveva assassinato, in Francia, i fratelli Rosselli, leader liberali, ostili al fascismo) al generale Carboni, capo del Sim, il Servizio segreto militare, legato a Ciano ma ben introdotto anche a Corte, negli ambienti dei Savoia.



È proprio Emanuele, travestito da inserviente del lussuoso “Train Bleu”, il Calais-Méditerranée-Expressdei Wagon Lits, ad attentare alla vita di Raimondo e Cora, con un potente veleno, la stricnina. Ma l’assassinio va a monte, per caso. E i due amanti riescono ad arrivare a Parigi, regalandosi giorni d’amore indimenticabili, poco prima che la città venga occupata dalle truppe naziste. Poi, la fuga a Londra, su una piccola barca a vela. Cora è salva. E Raimondo, su mandato di Ciano, chiede di incontrare Churchill e, proprio davanti al premier inglese, nei giorni terribili di Dunkerque... La storia di «un uomo innamorato della vita e sedotto dalla morte» svela sorprendenti retroscena. —





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