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Un osso di San Valentino nei sarcofaghi di Dignano

Rinvenuto da un pool di studiosi croati nell’ambito delle reliquie di dodici santi vissuti fra II e IX secolo, analizzate per la prima volta da un pool di esperti croati

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DIGNANO. La chiesa parrocchiale di San Biagio di Dignano, la più grande in Istria, per secoli ha custodito in segreto un osso di San Valentino, il patrono degli innamorati. La reliquia è stata trovata in uno dei cinque sarcofaghi giunti a Dignano due secoli fa ma aperti per la prima volta nell’ottobre scorso, da quando vennero qui trasportati provenienti da Venezia. E all’interno ci sono complessivamente le reliquie di 12 santi vissuti tra il II e IX secolo la cui originalità e appartenenza è stata confermata da un team di esperti e ricercatori con a capo Goran Mršić, direttore del Centro perizie “Ivan Vučetić” del ministero degli Interni croato.

Della sensazionale scoperta ha parlato ai giornalisti il parroco don Marijan Jelenić alla vigilia dell’odierno programma di funzioni e celebrazioni dedicate al patrono San Biagio. Con lui c’era anche il sindaco Klaudio Vitasović. «In tutto - ha detto il parroco - i cinque sarcofaghi contenevano 189 reliquie di 9 santi e 3 sante. Nel primo sarcofago sono stati rinvenuti i resti e i paramenti sacri di san Claudio di Roma, nel secondo quelli di San Barbaro e San Ligorio eremita greco, nel terzo quelli di Santa Candida di Roma, nel quarto quelli di Santa Cordula, San Teofano vescovo, Santa Cecilia, Sant’Ergemone e San Valentino mentre nel quinto quelli di San Fulgenzio vescovo, Sant’Alessandro e Sant’Umberto vescovo». Il lavoro degli esperti forensi è stato documentato con oltre 5 mila fotografie digitali e un video, presentato alla conferenza stampa. Alla domanda come mai i sarcofaghi siano stati aperti solo ora, don Jelenić ha risposto: «Il mio predecessore voleva buttare tutto nella spazzatura perché non sapeva cosa farsene dei sarcofaghi, poi doveva arrivare un matto come me per aprirli e avviare un percorso di valorizzazione. In questo sono rimasto isolato poiché anche la Chiesa si è dimostrata piuttosto fredda nei confronti delle reliquie. Ma ora finalmente ci stiamo rendendo conto dell’immenso patrimonio sacro di cui disponiamo. Mettendo tutte le reliquie dei santi custodite nella Chiesa di San Biagio otterremmo una linea lunga due chilometri».

Ricordiamo che da decenni sono esposti nelle teche dietro l’altare le reliquie di centinaia di santi e i corpi non mummificati e imbalsamati di San Sebastiano, Santa Barbara, Santa Maria d’Egitto, San Leone Bembo, san Giovanni Olini e Santa Nicolosa Bursa. Ma in che modo questo patrimonio è arrivato a Dignano? Lo portò duecento anni fa il pittore Gaetano Grezler, membro dell’Accademia reale delle belle arti di Venezia, per salvarlo dalla furia distruttrice dei francesi. E una volta giunto nella cittadina, allo stesso artista venne affidato l’incarico di decorare la chiesa parrocchiale. Ora dunque la chiesa dispone di un tesoro immenso che la parrocchia non è in grado di valorizzare con le sue forze. Esiste già il progetto relativo alla costruzione di un’ala o un annesso alla chiesa della pianta di 300 metri quadrati, comprendente tre piani di cui uno sotterraneo o cripta. Ma i tempi di costruzione restano indefiniti per una questione di costi, quantificabili in centinaia di migliaia di euro. Come fonti di finanziamento si parla delle casse cittadine, di quelle regionali, dei ministeri del Turismo e della Cultura, della Diocesi di Parenzo–Pola e dei fondi europei. Dignano comunque - fondi permettendo - ha tutte le carte per diventare un centro del turismo religioso con tornaconto economico per la città di Dignano.(p.r.)

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