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Spot elettorale di CasaPound sul Sacrario di Redipuglia

Polemica dopo il video apparso su Facebook. Il candidato premier Di Stefano cammina dove sono custodite le spoglie dei caduti della Grande Guerra. Bolzonello: «Un luogo sacro da non utilizzare per scopi elettorali»

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Spot elettorale di CasaPound sul Sacrario di Redipuglia

MONFALCONE CasaPound ha scelto un simbolo della Grande Guerra per la propria campagna elettorale: giovedì 22 febbraio sul profilo Facebook del movimento è stato postato uno spot in cui il candidato premier, Simone Di Stefano, cammina con passo sicuro sul Sacrario di Redipuglia, dove sono custodite le spoglie di circa 100 mila soldati caduti nella prima Guerra mondiale. Le immagini, della durata di poco più di un minuto e girate all'alba, vengono definite sullo stesso profilo Fb «video ufficiale di CasaPound per le elezioni del 4 marzo».

Mentre Di Stefano sale lungo i gradini e le tombe del Sacrario, una voce racconta che «l'Italia è una grande nazione, costruita in 3 mila anni di storia e civiltà». Per aggiungere che, «nei momenti difficili, noi italiani abbiamo saputo unirci e combattere per difendere i nostri confini e quanto fatto dalle generazioni precedenti. Dobbiamo tornare a essere una nazione libera e forte». Quando Di Stefano arriva in cima al monumento, la voce conclude: «Oggi l'Italia è in pericolo, tocca a te difenderla. Questa volta vota più forte che puoi».

CasaPound, spot elettorale al Sacrario di Redipuglia (come il rapper Owusu)

La notizia ha naturalmente suscitato reazioni politiche. Il primo a denunciare la scelta di CasaPound di realizzare una parte della loro pubblicità proprio all'interno della struttura militare è il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello. «Il Sacrario di Redipuglia è un luogo sacro e pertanto non si può pensare di utilizzarlo per realizzare uno spot elettorale».

«Non entro nel merito delle autorizzazioni- prosegue- ma in quello dell'opportunità. Il Sacrario rappresenta un luogo importante di riflessione e memoria, un monumento ai caduti di una guerra terribile e proprio per questo mai mi sarei permesso di utilizzare un cimitero di guerra per la propaganda elettorale. Ricordo che una delle conquiste più grandi di questa epoca è stata la pace e penso che da quei caduti venga alle nuove generazioni il monito di vivere in un mondo senza guerre. È vero che gli italiani sanno sempre unirsi nelle difficoltà, ma il caso estremo di una guerra non è quello da portare a esempio. Io -  conclude il vicepresidente - preferisco ricordare come abbiamo saputo stare uniti dopo il terremoto del 1976».

 

 

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