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Trieste dà l'ultimo saluto a Patrizia Vascotto anima dell’interculturalità

Lacittà ha perduto un’intellettuale colta, coraggiosa e infaticabile

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Trieste ha perduto un’intellettuale colta, coraggiosa e infaticabile. Patrizia Vascotto, di professione insegnante, ma per vocazione ideatrice di eventi culturali, scrittrice e mediatrice tra le diverse culture di questa nostra città. Nata a Trieste dove ha lavorato come docente di italiano e storia nelle scuole superiori, è stata lettrice di lingua italiana all’Università di Lubiana e ha collaborato da pubblicista a testate italiane e slovene. Portata in modo eccezionale per le lingue parlava e traduceva dallo sloveno, dallo spagnolo, dal francese. Conosceva inoltre inglese, tedesco, croato e greco moderno, che prediligeva nei suoi frequenti soggiorni nell’Ellade alla ricerca delle più diverse e sconosciute radici di un Paese.

Scriveva in prosa e marginalmente poesia. La lingua, le sue varianti, le sue commistioni e il suo mutare sono state lo strumento con cui Patrizia Vascotto ha operato in ogni campo della propria attività. Lingua, come strumento duttile che sa piegarsi al gioco, all’immaginazione, all’invenzione, all’espressione di quanto più profondamente sgorga dal nostro io.

Innumerevoli i suoi scritti e saggi. Ricordiamo “Le rotte di Alessandria”, pubblicato insieme a Franco Però. Un libro (e uno spettacolo teatrale) che trattano un fenomeno molto particolare delle migrazioni nel XIX e XX secolo, quello delle donne del Goriziano e della zona del Vipacco che vanno a lavorare come balie e come domestiche in Egitto. “La Trieste di Tomizza, itinerari”, scritto con Stella Rasman, che guida lettori e visitatori nella conoscenza di luoghi specifici e significativi della città, che hanno caratterizzato gran parte degli scritti tomizziani. Ma Patrizia Vascotto era anche una guida turistica diplomata e ha proposto altri itinerari in città alla scoperta dei segni più significativi delle sue comunità etniche e religiose. Ha dedicato tante energie alla sezione triestina del “Forum Tomizza”, che si articola ogni anno nelle tre città dove lo scrittore ha vissuto e lavorato: Trieste, Umago e Capodistria, affrontando le tematiche a lui care con intellettuali provenienti da tutti i Balcani, dall’Italia e dall’Austria.

È stata curatrice delle manifestazioni del Premio Vilenica (uno dei principali premi letterari sloveni) in città. Attiva socia del Pen Club ha promosso la conoscenza di scrittori dell’Est europeo. Ultimo ma non ultimo, Patrizia Vascotto è stata la colonna del “Gruppo 85 – Skupina 85” nato 33 anni fa dalla volontà di amici italiani e sloveni che hanno voluto favorire una naturale convivenza tra le due maggiori realtà culturali cittadine, quella italiana e quella slovena. Parlare insieme di Trieste e costruire insieme la città sono diventati nel tempo gli obiettivi principali dell'associazione. Se Trieste è oggi una città dove la convivenza è disinvolta e cordiale lo si deve anche a Patrizia Vascotto. La cerimonia funebre si terrà mercoledì 18 aprile, alle 12.30 in via Costalunga.

 

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