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Fedriga: «Via i migranti dalle strade e stop all’accoglienza diffusa»

Fedriga convoca la prima riunione dell’esecutivo e mette nero su bianco il cambio di rotta sull’immigrazione. Pd all’attacco: «Basta spot, servono scelte»

di Marco Ballico
2 minuti di lettura

TRIESTE. Dopo le Uti, vennero gli immigrati. Il cambio di passo è rapido, secondo annunci. Pierpaolo Roberti ha già preso in mano il dossier enti locali e Massimiliano Fedriga non è da meno. Il tema stavolta è quello dell’accoglienza diffusa, vale a dire la disponibilità, più o meno volontaria, dei Comuni a favorire l’integrazione dei richiedenti asilo. Sulla carta, dunque, non solo vitto e alloggio.

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Nella prima seduta di giunta, occasione anche per adempimenti di natura formale (nella riunione della prossima settimana, si legge in una nota di Palazzo, verranno inserite all'ordine del giorno delibere da parte delle diverse direzioni «per dare subito un indirizzo politico a questa amministrazione regionale»), il governatore leghista incenerisce quanto appunto scritto sulla carta. E si dice pronto a trasmetterlo immediatamente a Roma: «Informeremo il governo che siamo contrari a questo modo di accogliere, a una politica migratoria che riteniamo dannosa per la nostra popolazione, e che prenderemo con i tempi necessari tutti i provvedimenti anche per modificare le competenze in capo alla precedente amministrazione in termini di investimenti di carattere economico e finanziario».

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Un mondo capovolto. Lo scorso settembre a Trieste il ministro dell’Interno Marco Minniti e la presidente Debora Serracchiani, presenti i prefetti, i vertici di tutte le forze dell'ordine e i sindaci dei Comuni di Trieste, Gorizia, Pordenone, Udine e Gradisca d'Isonzo, stringevano un patto di cooperazione tra la Stato e le realtà territoriali. Il tema era quello della sicurezza e Minniti, pur evidenziando il rallentamento del flusso dei migranti in Italia, sosteneva che la disponibilità all'accoglienza diffusa superiore a quella degli allora 94 Comuni su 216 avrebbe «risolto gran parte dei problemi percepiti in Friuli Venezia Giulia». Con il centrodestra al governo della Regione la prospettiva è ribaltata. «L’accoglienza diffusa - le parole di ieri di Fedriga - non la condividiamo».

Pure questo, come nell’immediato intervento di Pierpaolo Roberti sulle Uti, è argomento del programma elettorale. «È prevista l’interruzione immediata del programma di accoglienza diffusa - si legge - e lo studio di una nuova organizzazione con regole rigide e definite che spezzi in primo luogo la catena del business legato all’immigrazione clandestina».

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Concretamente? «Verrà istituito un sistema che non consenta ai richiedenti asilo di circolare liberamente sul territorio regionale, e verranno raddoppiate le commissioni territoriali per il rilascio dei permessi di asilo».

Nell’attesa, l’opposizione alza a sua volta la voce. «Quando si governa non servono più spot elettorali ma scelte, spesso difficili, cui prendersi la responsabilità, ancor più se riguardano la pelle delle persone - sostiene il consigliere del Pd Cristiano Shaurli -. Fedriga e Fontanini a Udine sembrano ancora giocare a chi la spara più grossa». L’ex assessore all’Agricoltura cita il caso di Bordano, lì dove sono dati in arrivo dieci migranti in un hotel, e attacca: «Capiamo che il presidente della Regione è fin da subito tirato per la giacchetta dal consigliere Mazzolini, ma oltre gli slogan servono politiche vere. I migranti, non solo continueranno ad arrivare, ma sono a oggi già presenti in progetti di accoglienza diffusa su tutto il territorio regionale e, a questo punto, Fedriga chiarisca ai cittadini della regione cosa farà e come».

Isabella De Monte, europarlamentare dem, apre invece la questione grandi centri: «Fedriga ci dica se confermerà anche in Fvg quella che sembra essere la linea del governo nazionale, cioè se aprirà i grandi centri dove concentrare migliaia di profughi, e ci dica dove saranno collocati e con quali risorse».

De Monte incalza ancora: «Dica subito, il presidente della Regione, dove saranno collocati i maxi centri e garantisca che ogni operazione sarà svolta in stretto collegamento con le prefetture e con i sindaci delle località in cui si prevede la concentrazione di grandi gruppi di profughi».

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