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Savino "scarica" Romoli: resa dei conti in Forza Italia Fvg

La mossa durante il ricovero del presidente del Consiglio suscita un vespaio di polemiche tra i forzisti. E c'è chi si ribella alla coordinatrice. Il sindaco di Gorizia Ziberna: "Atroce"

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TRIESTE. In una situazione normale sarebbe stata l’ennesima polemica fra colleghi di partito. Ma la coordinatrice di Forza Italia Fvg, Sandra Savino, ha deciso di mettere «fuori dalle linee del partito» il presidente del Consiglio regionale, Ettore Romoli, proprio mentre questi si trova ricoverato in gravi condizioni dopo un intervento. Romoli non è in condizione di replicare e le tempistiche scelte da Savino mandano in fibrillazione gli azzurri, con esponenti di primo piano che ne chiedono la destituzione e altri che ammettono solo a microfoni spenti di pensarla allo stesso modo. La coordinatrice perde insomma nuovamente la presa su un partito che sembrava aver rimesso in riga, ma conta su solidi rapporti nazionali e sull’appoggio dei parlamentari locali, mentre i ben informati raccontano di un rapporto sempre più teso con il vicepresidente della giunta, Riccardo Riccardi.

L’antefatto risale a domenica, quando il Messaggero Veneto pubblica le dichiarazioni con cui Savino minaccia l’esclusione di Romoli dal partito, dopo mesi di rapporti difficili dovuti alla vicinanza del goriziano a Massimiliano Fedriga e Ferruccio Saro. Nel mirino finisce la scelta del presidente del Consiglio di rinnovare fino a novembre il contratto del capogabinetto uscente, Giorgio Baiutti. «Indicando un tesserato del Pd, Romoli ha preso una decisione che lo porta fuori dal percorso di Forza Italia», dice Savino, senza preoccuparsi che l’interessato sia costretto in un letto d’ospedale.

I fedelissimi di Romoli non restano a guardare. Il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, si dice «allibito: oggi contano solo le condizioni di Ettore e il rispetto per la sua famiglia. Savino si assuma la responsabilità di aver voluto uccidere politicamente una persona che non può difendersi: chieda scusa per questa atrocità o si discuterà del suo ruolo in Forza Italia, perché chi si accanisce così non può avere ruoli in alcun partito». Posizione sposata dal coordinatore provinciale, Claudio Decolle: «Le faide triestine hanno annacquato il più elementare senso di pietà e opportunità. Maramaldo non avrà una seconda occasione».

Nel gruppo consiliare berlusconiano si registrano intanto pesanti malumori, ma il capogruppo Mauro Zanin non rilascia dichiarazioni. Chi lo conosce lo descrive però come furibondo e parlano intanto con toni imbarazzati Piero Camber e Franco Mattiussi. Il triestino si dice «dispiaciuto per questi temporali interni», ma ammette che «dovrebbe iniziare una fase congressuale». Per Mattiussi, «la nostra coordinatrice sta cercando di arginare forze che cercano di demolire il partito dall’esterno (il riferimento è al ruolo di Saro, ndr), ma un tempismo diverso sarebbe stato opportuno».

Fino a qualche settimana fa inseparabile da Savino, Riccardi si astiene da ogni commento, sorpreso da un’iniziativa che non avrebbe condiviso nei tempi, pur ritenendola fondata dal punto di vista politico, come d’altronde buona parte dei dirigenti azzurri che considerano Romoli un battitore troppo libero. Il vicepresidente avrebbe avuto pesanti discussioni con la coordinatrice ma resta estraneo al dibattito. Un indizio arriva ad ogni modo dalla presa di posizione del sindaco di Codroipo, Fabio Marchetti, molto vicino a Riccardi: «C’è una questione di sensibilità umana. La coordinatrice ha ragione sul merito ma ha sbagliato completamente tempi e modi: e in politica significa che devi cambiare mestiere». In Friuli, anche il neopresidente del Consiglio comunale di Udine, Enrico Berti, è dato sul piede di guerra. Per il sindaco di Cividale, Stefano Balloch, «ci sarà molto da discutere nei prossimi coordinamenti. La storia e l’autorevolezza di Romoli meritano rispetto».

I parlamentari vanno invece in difesa di Savino. Per Franco Dal Mas, «in politica non c’è mai un tempo giusto. Hanno chiesto le dimissioni? Libero ciascuno di esprimere il suo pensiero». Secondo Novelli, «Savino ha manifestato un pensiero diffuso. Non sono a conoscenza di malumori e so invece che il partito nazionale vede con favore i risultati raccolti in Fvg». Per Guido Pettarin, «il franco dialogo cui siamo abituati chiarirà anche questa situazione». Sussurri dicono tuttavia che Manuela Di Centa vorrebbe portare la questione all’attenzione dei tavoli nazionali, dove alcuni dissidenti azzurri avrebbero già recapitato gli articoli con le esternazioni di Savino. Il responsabile dei coordinatori regionali azzurri, Sestino Giacomoni, dribbla forse non a caso i commenti in attesa di vederci più chiaro.

Ex dirigenti di primo piano di Forza Italia e amici storici di Romoli reagiscono intanto con durezza. Per Roberto Antonione, «Romoli si trova in una situazione che non consente di replicare e ciò la dice lunga sulla sensibilità della signora Savino». Secondo Ferruccio Saro, «Romoli viene colpito da una vergognosa polemica. Forza Italia dovrebbe riflettere a fondo su questa gestione e spero che il governatore Fedriga difenda l’istituzione del presidente del Consiglio».

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