In evidenza
Sezioni
Annunci
Quotidiani NEM
Comuni

Montenegro, guerra fra governo e cetnici

Scontro dopo la cerimonia di commemorazione di Draza Mihailovic, controverso leader che ha collaborato con i nazisti

Stefano Giantin
1 minuto di lettura

BELGRADO Una cerimonia controversa, annunci di contromanifestazioni, il governo adirato che promette leggi draconiane per impedire simili eventi revisionistici in futuro, i promotori che minacciano denunce contro le autorità per difendere il loro eroe. La storia e la memoria continuano a rappresentare fonte di tensione, nei Balcani.

Lo confermano le diatribe osservate in questi giorni in Montenegro intorno alla figura di Draza Mihailovic, primo a guidare una resistenza contro l’occupazione nazista della Jugoslavia, nel 1941, alla testa dei cosiddetti “cetnici”, trasformatasi però presto in aperti sfidanti dei partigiani comunisti di Tito, in chiave collaborazionistica con i nazifascisti. Mihailovic fu processato nel 1946 a Belgrado e condannato a morte per alto tradimento e crimini di guerra, ma è stato riabilitato da un tribunale serbo nel 2015, tra aspre polemiche. Mihailovic, figura ancora oggi divisiva, che è stato onorato – nel 75/esimo anniversario della sua esecuzione - con una discussa cerimonia religiosa privata in Montenegro, a Herceg Novi, organizzata da un’associazione filoserba, “Srpski Soko” (Aquila serba), con il sostegno della locale chiesa ortodossa – più volte in passato in prima fila in cerimonie simili - con decine di nostalgici dei cetnici.

Cerimonia contro cui si erano già schierate organizzazioni antifasciste e di ex partigiani, che avevano promesso di scendere in piazza se i nostalgici di “Cika Draza” avessero sfilato per la cittadina. Non è successo, ma la messa ha provocato comunque reazioni fortissime. Si tratta di una «disgrazia», ha attaccato il ministro della Cultura, Aleksandar Bogdanovic.

E la bufera causata dal “parastos”, la funzione in memoria di Mihailovic è arrivata persino in Parlamento a Podgorica, dove il premier Dusko Markovic ha annunciato emendamenti al codice penale per impedire eventi revisionistici del genere, in onore di criminali di guerra e collaborazionisti dei nazisti, ha sottolineato. È «inaccettabile e offende le persone che hanno costruito questo Stato, in particolare quelli che onorano i valori dell’antifascismo e della democrazia».

«Cambieremo le leggi e qualcuno sarà ritenuto responsabile» per quanto accaduto a Herceg Novi e in caso di simili manifestazioni future, ha assicurato Markovic. Ma le polemiche sono destinate a durare e potrebbero avere presto una eco internazionale. Lo conferma la mossa, annunciata sabato, dei seguaci di Mihailovic riuniti nel “Ravnogorski pokret”, che hanno promesso di denunciare nei tribunali di Podgorica il premier montenegrino Markovic e tutti quelli che hanno osato definire il leader cetnico «un criminale di guerra». E se le Corti locali non accetteranno le petizioni, si passerà a quelle internazionali.
 

I commenti dei lettori