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Fincantieri avanza in Cina: intesa con il colosso Cssc

Ampliata la collaborazione. Cdp e Bank China insieme per l’export delle imprese. Lo yuan entra nelle riserve di Bankitalia. Tria: bene così, ora continuità

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Il Ceo di Fincantieri China, Fabrizio Ferri, e Sun Wei, vicepresidente Cssc 

PECHINO. Fincantieri amplia la collaborazione con la Cina. Fra le intese siglate nella prima giornata di missione guidata dal ministro dell’Economia Giovanni Tria c’è stata quella fra il colosso triestino e China State Shipbuilding Corporation (CssC), il maggiore conglomerato cantieristico cinese. Il Memorandum of understanding mira ad estendere la cooperazione industriale già esistente tra i due gruppi a tutto il comparto delle costruzioni navali mercantili: previsto un ampliamento della attuale collaborazione, che include una joint venture per le prime unità da crociera mai realizzate in Cina per il mercato locale e altre attività, a progetti di ricerca e sviluppo in molteplici aree della navalmeccanica tra cui unità per il settore oil&gas, cruise-ferry, mega-yacht, navi speciali, infrastrutture in acciaio, sistemi, ingegneria e marine procurement, catena di fornitura nel comparto crocieristico. «Agendo come first mover in ambito navalmeccanico - ha commentato l’ad Giuseppe Bono - siamo in grado di creare ulteriori opportunità per le piccole e medie imprese del nostro indotto, consolidando con successo i rapporti con i maggiori gruppi del settore nel Paese, e allo stesso tempo di continuare a fare altrettanto in Occidente, sfruttando il boom del comparto crocieristico e mantenendo le leadership acquisite».

Cassa depositi e prestiti e Bank of China hanno siglato un accordo preliminare di collaborazione su export e internazionalizzazione delle imprese italiane in Cina; altra firma fra Snam e State Grid International Development, controllata dalla più grande utility mondiale State Grid Corporation of China.

Bilancio «positivo» della giornata, ha detto Tria citando l'«ampia disponibilità al rafforzamento dei rapporti bilaterali, economici e finanziari con l'Italia», nelle indicazioni emerse nei colloqui con l'omologo Liu Kun, il governatore della Banca centrale cinese e l'ad e presidente del cda di Bank of China. Serve «dare continuità», ha osservato Tria. Il vice direttore generale di Bankitalia Fabio Panetta ha annunciato l'accordo per l'ingresso della «valuta del popolo», il renminbi, a diversificare le riserve valutarie. Gli investimenti del portafoglio in renminbi annunciato da Bankitalia riguarderanno principalmente titoli di Stato cinesi. Dall'Italia, un aiuto all'internazionalizzazione dello yuan su cui le autorità hanno confermato l'impegno, insieme all'apertura dei mercati finanziari sempre più integrati con l'esterno.

Tria ha citato le linee strategiche trattate nei colloqui, come la Belt and Road Initiative, la Nuova via della Seta i cui terminali via mare su dorsali tirrenica e adriatica, i porti di Genova e Trieste, non sono stati oggetto di conversazione: «Solo discussioni generali». Del resto, era già stato l’ambasciatore cinese in Italia Li Ruiyu, alla vigilia della missione, a ricordare l’interesse a «opportunità di cooperazione con i porti italiani» citando proprio lo scalo di Trieste, «vicino al confine nord-orientale dell’Italia» e dunque «accesso importante al Nord dell’Adriatico: posizione decisamente favorevole».

Tria ha parlato di scenario di «sostenibilità» del debito pubblico italiano, con lo spread destinato a scendere con le misure sulla manovra di bilancio che fugheranno le incertezze.

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