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Tondo segue Fitto nel “matrimonio” con i sovranisti di Giorgia Meloni

L’ex governatore costretto a passare sotto l’ala di Fdi. I patrioti, scavalcati a destra dalla Lega, cercano altre strade

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TRIESTE Dal socialismo alla destra nazionale nel giro di un trentennio. Chissà se negli anni Ottanta, il giovane consigliere comunale di Tolmezzo, Renzo Tondo, avrebbe scommesso di poter saltare dal Psi di Bettino Craxi alla forza guidata da Giorgia Meloni, che detiene l’eredità del Movimento sociale italiano. Difficile a credersi ma, in una fase di scomposizione e ricostruzione del quadro politico, tutto può accadere e il deputato carnico che rappresenta Trieste alla Camera sta per seguire armi e bagagli il suo leader Raffaele Fitto, nell’accordo in via di ufficializzazione con Fratelli d’Italia.

A comandare non sono le convinzioni personali, ma il legame col politico pugliese, che alle ultime elezioni ha garantito a Tondo uno dei pochissimi posti blindati concessi ai centristi di Noi con l’Italia dalla coalizione di centrodestra. Consultazioni incubo per la “quarta gamba”, finita poco sopra l’1% e capace di eleggere solo otto fra deputati e senatori, passati subito a Forza Italia, tanto che Nci conta oggi tre eletti a Montecitorio e nessuno a Palazzo Madama.



Il destino è stato beffardo nei confronti di Fitto, rimasto fuori dal parlamento nonostante detenesse la guida di Nci. L’ex forzista è dunque a caccia di riscatto con una candidatura alle europee nella circoscrizione Sud. Ed è qui che arriva il matrimonio di interessi con Fdi, a sua volta a rischio di non superare lo sbarramento del 4% fissato per le elezioni per il parlamento di Bruxelles. È per questo che Meloni ha proposto alla convention di Atreju un progetto per superare l’isolamento del suo partito, che dopo l’appello ai “patrioti” lanciato dal congresso nazionale di Trieste sta scontando lo svuotamento dei propri contenuti a vantaggio della nuova Lega di Matteo Salvini. L’idea sta in un movimento tutto nuovo, fatto di conservatori e sovranisti, che sembra attrarre soprattutto chi alle europee avrà bisogno di un cartello sotto cui stare e non può trovarlo né nella Lega né in Forza Italia. Al meeting di Fdi, Fitto era d’altronde in compagnia con i patroni di altre minuscole formazioni di centrodestra, da Stefano Parisi a Vittorio Sgarbi, passando per Magdi Cristiano Allam.

«Fitto parla con chi gli ha aperto le porte – spiega Tondo poco prima di imbarcarsi sull’aereo per Roma – ed è legittimo. La posizione del gruppo parlamentare verrà valutata nei prossimi giorni». La trattativa, in Fdi ne sono convinti, dovrebbe tradursi anche nella creazione di un gruppo parlamentare unitario, ma Tondo prende tempo: «Parliamo di un’alleanza elettorale e non ancora di una confluenza. E comunque si tratta di un soggetto politico del tutto nuovo, che secondo Meloni deve andare dal presidente della Liguria, Giovanni Toti, a quello della Sicilia Nello Musumeci».

Parole che lasciano intendere la mancanza di entusiasmo dell’ex governatore del Friuli Venezia Giulia, passato dal Psi a Forza Italia e quindi ancoratosi nell’area del civismo con Autonomia responsabile. Ma Tondo sa anche di dovere a Fitto l’elezione alla Camera e in più occasioni nei corridoi del Palazzo ha pronunciato negli ultimi mesi l’inequivocabile frase: «Gli ho giurato fedeltà e lo seguirò anche all’inferno». Gli esponenti locali di Fdi aprono intanto le porte con toni prudenti. Il deputato Walter Rizzetto si limita a dire che «Fratelli d’Italia è un partito inclusivo ma, per quanto vicini all’accordo, siamo in una fase di non certezza». L’assessore e coordinatore regionale, Fabio Scoccimarro, è «in attesa di sviluppi, anche per capire cosa succederebbe in Fvg».

L’accordo potrebbe in effetti avere più di qualche ricaduta in regione, dove la lista Progetto Fvg si sta trasformando in partito, con l’idea di assorbire il civismo di centrodestra e una parte di Forza Italia. E che il passaggio sia cruciale, lo dicono i lunghi sospiri con cui la segretaria di Ar, Giulia Manzan, commenta la questione: «Siamo a una svolta. Fdi ci corteggia anche in Fvg ma dialoghiamo da prima con Progetto Fvg, con cui abbiamo creato un gruppo consiliare unitario e con cui sarebbe naturale considerare il patto federativo proposto da Ferruccio Saro». La preferenza della segretaria pende in questa seconda direzione: «Tondo deve la candidatura a Fitto e potrà proseguire un percorso diverso in parlamento, rimanendo ugualmente punto di riferimento di Ar. Le trattative a Roma sono comunque in corso e le decisioni saranno prese in modo collegiale, ma per noi sarebbe complicato assumere una natura diversa dal civismo». E probabilmente anche per Tondo. —




 

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