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Equilibri di governo sempre più instabili ed eletti con la “sindrome della valigia”

Lo scenario del ritorno a casa allarma soprattutto le new entry. Ma molti scommettono sulla tenuta del governo: «Il potere è un ottimo collante

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TRIESTE In maggioranza c’è la certezza che Lega e 5 Stelle, in qualche modo, un accordo per proseguire lo troveranno. «Sarà un governo di legislatura», assicura Stefano Patuanelli, capogruppo grillino al Senato. All’opposizione c’è invece l’auspicio che qualcosa possa cambiare. «Ne ho viste così tante che spero tutto finisca in fretta», dice Debora Serracchiani, deputata del Pd. Visto l’equilibrio instabile, qualcuno si sta sentendo un parlamentare con la valigia, e non è una bella sensazione, soprattutto per i nuovi arrivati.

Nessuno degli eletti Fvg però lo ammette apertamente. Quelli della maggioranza perché dicono di voler portare avanti il programma scritto nel contratto, quelli della minoranza perché, come osserva il deputato forzista Guido Germano Pettarin, «il bene del Paese viene prima dei destini personali». I più sicuri che non ci saranno sorprese, non a stretto giro almeno, sono i due alleati di governo. «La legislatura sta per finire? Non credo - dice Patuanelli -. Ho la profonda consapevolezza che la Lega sa bene che le cose che stanno facendo assieme a noi non le avrebbero potute fare con nessun altro. Penso proprio ai punti forti del loro programma: smontare le legge Fornero, prevedere fondi per i truffati dalle banche, innalzare le soglie per aderire al regime forfettario per le partite Iva, elevare le pensioni minime. Ecco perché mi aspetto un governo che completi il mandato». E se invece ci fosse da prendere in mano la valigia? «Non mi spaventerebbe - risponde ancora il capogruppo pentastellato -. La durata del governo sarà proporzionale alle cose che faremo. Se saranno tante e positive, dureremo. Altrimenti, torneremo a casa. Ma, cadesse il governo prima del tempo, sarebbe davvero uno spreco vista l’opportunità di cambiare finalmente l’Italia».

Il punto di vista della Lega non è troppo diverso. «Non sono preoccupato - fa sapere il senatore Mario Pittoni -. Conosco Salvini, persona assolutamente responsabile. Come non ha approfittato della crescita esponenziale dei nostri voti ben evidenziata dai sondaggi, quando avrebbe potuto passare all’incasso, così non farà venir meno l’appoggio a un governo che serve nel primario interesse dei cittadini. Le fibrillazioni di queste ore? Nessun pericolo, troveremo l’intesa con l’alleato». Una buona notizia, insiste Pittoni, anche per i provvedimenti cui tiene di più nella veste di presidente della commissione Istruzione del Senato. «Entro fine anno concretizzeremo nella legge di Bilancio il ritorno del primo livello dirigenziale nel nostro Ufficio scolastico regionale». L’operazione è quella annunciata da tempo: nel rispetto della spending review, il ministero dell’Istruzione offrirà a quello delle Finanze la rinuncia a due dirigenti di seconda fascia in cambio di un dirigente di primo livello da assegnare al Fvg, cancellando così il declassamento subìto nel 2014.

A non credere a un’interruzione anticipata del quinquennio è anche Pettarin, che spera però in un «recupero del raziocinio». La soluzione migliore? «L’incarico alla coalizione che ha vinto le elezioni il 4 marzo, quella di centrodestra. Allora sbagliò il presidente Mattarella, la Lega dovrebbe prendere atto che è l’unica via possibile. Se non sarà così, ben vengano le elezioni». Pure Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia dichiara di non essere preoccupato da un eventuale ritorno a casa: «Credo che il governo terrà, perché le mediazioni si trovano. Ma problema non è se si va avanti o no, ma come reagiranno mercati, banche, assicurazioni».

Uniti nella valutazione anche la dem Serracchiani e il forzista Franco Dal Mas. «Il potere è un fortissimo collante», dicono entrambi. L’ex governatrice non ci crede, ma lo spera: «Mi dispiace per il Paese, ma deve finire presto». L’azzurro aggiunge: «Alla valigia ogni settimana siamo abituati. Il guaio è che abbiamo davanti, in una situazione economica delicata, un governo fallimentare, capace per ora solo di sciocchezze e annunci, con la sola eccezione della fermezza di Salvini sull’immigrazione clandestina». Come Serracchiani, anche Ettore Rosato non ci crede più di tanto: «Dureranno. E invece sarebbe meglio farla finita con questo governo e queste politiche. Chi ha vinto ha diritto di governare, ma gli italiani hanno a loro volta il diritto di vedere finita la campagna elettorale. Se M5S e Lega sono capaci, lo dimostrino». —

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