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In 250 sfilano a Gradisca per opporsi ai nuovi Cpr

Movimenti e associazioni hanno contestato le decisioni degli ultimi due governi Registrati alcuni momenti di tensione con i partiti, ma non ci sono stati disordini

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andiere e animali hanno accompagnato i manifestanti durante il corteo di sabato 20 ottobre a Gradisca d’Isonzo. Sono state circa 250 le persone che hanno sfilato da piazza Unità d’Italia al centro migranti di via Udine per dire No al Cpr. Migranti incuriositi davanti all’ex caserma Ugo Polonio Fotoservizio Roberto Marega/Bumbaca  

Gradisca, il corteo per protestare contro l'apertura di un Cpr

GRADISCA Ha raccolto circa 250 manifestanti (e pochissimi gradiscani) il corteo che nel pomeriggio di ieri ha aperto un nuovo fronte antagonista alla realizzazione di un Cpr nella cittadina isontina. Contro il Centro permanente per il rimpatrio – previsto dal precedente ministro Minniti e oggi concretizzato dal Decreto Sicurezza del nuovo titolare del Viminale, Matteo Salvini – si sono espressi cittadini, movimenti ed associazioni della galassia pacifista, antifascista ed anarchica regionale, riuniti sotto la sigla “Assemblea No Cpr” .


“Cpr Lager di Stato, né qui né altrove”, “La nostra patria è il mondo intero” alcuni degli striscioni esposti dai manifestanti, guardati a vista da un folto numero di forze dell’ordine. L’iniziativa, snodatasi in una Gradisca blindata, è stata dedicata a Majid, il migrante marocchino morto per una caduta dal tetto durante le rivolte del 2013. La protesta non ha vissuto particolari momenti di tensione, se si eccettua qualche rallentamento del “serpentone” («Via la Digos dal corteo», ad allontanare gli agenti in borghese mimetizzati fra i manifestanti). E neppure il divieto di raggiungere il piazzale antistante l’ex caserma Polonio, deciso precauzionalmente dalla Prefettura, ha fortunatamente acceso gli animi, con gli attivisti che sono rimasti diligentemente dall’altra parte dell’ex statale 305.

Ben più accesi alcuni slogan scanditi nel corso del corteo. Slogan-choc che hanno attaccato violentemente gli ultimi due governi, rei di avere reintrodotto la detenzione amministrativa dei migranti. “Minniti e Piddini assassini” e “Mi piace di più un Salvini a testa in giu’”, tanto per non girarci intorno; e qualcuno si infastidisce anche con cameramen e fotografi. E se il Pd, che – seppure senza vessilli aveva aderito alla manifestazione – è stato bastonato, anche per Rifondazione Comunista, inizialmente il benvenuta, non è stato caloroso: «Le bandiere potevate lasciarle a casa, qui non c’è posto per i partiti», afferma qualche manifestante. Ma lo screzio rientra subito. «Siamo un’assemblea regionale che mette insieme, dal basso, diverse realtà che hanno iniziato a riunirsi quest’estate a Trieste, quando il governo ha comunicato di voler riaprire a Gradisca un carcere per migranti – spiegano due ragazze, portavoce della protesta –. La mobilitazione deve interessare la regione intera, perché Fedriga si è reso disponibile ad aprirne altri in tutto il Fvg. Non abbiamo cercato adesioni formali, tantomeno di partiti. Non è necessario avere alcuna tessera se non il valore dell’antifascismo per dirsi contrari all’apertura di un lager. Certo la presenza del Pd è quantomeno schizofrenica, se si pensa che i Cpr sono una creatura di Minniti. Sull’attuale governo fascista poi c’è poco da dire. Una deriva inaccettabile».

A fine manifestazione, un altro portavoce si dirà soddisfatto: «La partecipazione è stata significativa, e per tutti noi rappresenta un punto di partenza. Già mercoledì ci riuniremo di nuovo a Trieste. Non vogliamo luoghi dove si calpesteranno i diritti umani. I lager vanno dati alle fiamme, a Gradisca il Cpr non aprirà. E altrimenti ci penseranno i migranti a distruggerlo e farlo chiudere, come nel 2013. E noi saremo con loro». –


 

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