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Il doppio corteo a Trieste. Folla antifascista contro CasaPound

Meno di duemila i militanti di CasaPound. Oltre cinquemila per Anpi, Cgil e Non una di meno. Forze dell'ordine appostate in ogni angolo della città ma non si sono registrati disordini

Laura Tonero e Benedetta Moro
4 minuti di lettura

► INVIATE LE VOSTRE FOTO DEI CORTEI A cronaca@ilpiccolo.it

La "sfilata" di CasaPound tra le vie della città si conclude con fiaccolata e comizio

La giornata si è conclusa ieri sera con i due schieramenti su fronti contrapposti che hanno sfilato, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro ma senza raggiungere alcun scontro. Da un lato l’estrema destra di CasaPound che ha voluto celebrare nel capoluogo giuliano i cento anni dalla fine della Prima guerra mondiale.

[[(MediaPublishingQueue2014v1) I cortei CasaPound-antifascista visti dai lettori]]

Circa 2mila secondo fonti locali. Dall’altra parte hanno reagito tutte le istanze cittadine della galassia antifascista organizzando un contro corteo che ha sfilato partendo da un quartiere popolare per raggiungere una piazza del centro, blindata dalle forze dell’ordine per impedire che i partecipanti alle due iniziative potessero incontrarsi e provocare disordini. La partecipazione al corteo antifascista è stata massiccia: circa 5mila persone.

Aggiornamento delle 18.27 Il corteo antifascista continua il percorso nonostante abbia terminato il corteo. Secondo la Questura sono stati in 5mila a partecipare.

[[(MediaPublishingQueue2014v1) Riassunto della giornata tra due cortei in opposizione]]

CasaPound, con quasi duemila persone, invece dopo la fiaccolata è pronta per il comizio con il leader Di Stefano. I cortei, nonostante qualche piccolo disordine questa mattina, si sono conclusi senza scontri. 

[[(MediaPublishingQueue2014v1) Il tragitto della contromanifestazione]]

Aggiornamento delle 17.48  Il corteo antifascista è arrivato a destinazione, in piazza Goldoni. Ora si attende il comizio. 

Trieste, manifestanti incatenati portati via dalla polizia

Aggiornamento delle 16.30  Alle 16.30 anche il corteo di CasaPound lasciano largo Riborgo per dirigersi verso corso Italia. 

[[(MediaPublishingQueue2014v1) La base di CasaPound in largo Riborgo]]

Aggiornamento delle 16.00 di sabato 3 novembre In una Trieste blindata come in poche occasioni i militanti di entrambe le "fazioni", CasaPound e antifascisti, dei due cortei stentano a partire. A rompere gli indugi verso le 16, quasi un'ora in ritardo rispetto alla tabella di marcia, i manifestanti antifascisti che da campo San Giacomo, cingendo un grande lenzuolo con la scritta "Liberiamoci dai fascismi", vanno dritti per la loro strada. Il corteo, promosso da Cgil e Anpi. È composto da circa 3 mila manifestanti, secondo le forze dell’ordine, e si apre con lo striscione «Liberiamoci dai fascismi» della rete antifascista, antirazzista e antisessista di Trieste.

Cortei a Trieste: cos'è CasaPound? La risposta dei cittadini e turisti

Tantissime le bandiere che sventolano e di frequente i manifestanti scandiscono slogan. Del corteo fanno parte decine di associazioni, sindacati, studenti, famiglie, ma anche esponenti politici che hanno aderito, come Pd, Pci e Leu. Trieste oggi, causa le due manifestazioni contemporanee, si trova blindata per lasciare il posto alle transenne e a tanti uomini e donne in divisa.

Cortei a Trieste: primi tafferugli in piazza San Giovanni

Aggiornamento delle 15.00 di sabato 2 novembre In largo Riborgo gli "adepti" di CasaPound restano fermi, non partono alle 15, come previsto. Secondo le prime informazioni sarebbero circa duemila. Rallentano il ritmo dopo aver scaldato i motori con musica metal e qualche tocco addirittura, sembrerebbe, di note classiche contemporanee con Einaudi. La partenza in ritardo è dovuta all'all'attesa degli ultimi arrivati con i pulmann da tutta Italia. 

[[(MediaPublishingQueue2014v1) Trieste, CasaPound tira dritto]]

La mattinata di sabato 2 novembre. Alcuni dei pullman che da tutta Italia hanno portato a Trieste i militanti e i simpatizzanti di CasaPound. Alle 15, è il caso di dirlo, scatterà il “coprifuoco” viste le stringenti misure di sicurezza adottate e il consiglio diffuso ieri dal Comune di Trieste che, fornendo alcune indicazioni per oggi, 3 novembre, ha specificato: «Evitare il centro città dalle 12 alle 20, se non avete stretta necessità».

[[(MediaPublishingQueue2014v1) Trieste, qualche attimo prima del corteo antifascista]]

Un’indicazione che ha fatto storcere il naso a più di qualche commerciante. Già da ieri pomeriggio sono stati introdotti i divieti di sosta e di fermata, che dureranno fino alle 20 di stasera, nelle zone che si sviluppano a ridosso dei percorsi dei due cortei.

[[(MediaPublishingQueue2014v1) Trieste, proteste contro il corteo di CasaPound]]

Oggi dalle 12 e fino alla fine dei cortei, nelle vie toccate dalle due manifestazioni, scatterà l’obbligo di rimuovere i dehors e anche il divieto di transito. Le transenne che in queste ore verranno sistemate a delimitare i percorsi, sono state accatastate da ieri accanto ai punti “caldi” dei cortei.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Professori e alunni delle scuole di Trieste chiedono lo stop a CasaPound in città]]

CasaPound, a quanti parteciperanno al suo corteo, ha dato appuntamento per il concentramento alle 14 in Largo Riborgo. La partenza è fissata per le 15 quando si muoverà per corso Italia verso via Imbriani. Passando per piazza San Giovanni proseguirà verso via Battisti che percorrerà fino all’incrocio con via Rossetti. Dopo un breve tratto di via Rossetti, imboccherà viale XX Settembre spingendosi fino a piazza Volontari Giuliani. A quel punto girerà su via Giulia e infine raggiungerà largo Giardino.

[[(Video) Trieste, CasaPound faccia a faccia con l'antifascismo]]

Contemporaneamente, sempre alle 15, il contro-corteo della rete antirazzista partirà da Campo San Giacomo per scendere verso il centro attraverso via San Giacomo in Monte e via del Bosco. Raggiungendo piazza Garibaldi, transiterà per via Oriani, poi Largo Barriera imboccando via Carducci e, passando davanti al Mercato coperto raggiungerà piazza Goldoni.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Il raduno CasaPound arriva in Parlamento. E la Diocesi accusa: «Così città spaccata»]]

Visto il clima creatosi in città e le misure di sicurezza adottate, molti commercianti terranno chiuso, altri hanno deciso di chiudere la porta, invece, solo durante il passaggio del corteo.

Intanto, già da ieri mattina, gli esercenti che hanno attività nelle vie attraversate dai cortei, hanno iniziato a smontare i dehors. Un lavoro impegnativo, soprattutto nella zona che si trova in fondo a viale XX Settembre e in quella di piazza Goldoni.

[[(MediaPublishingQueue2014v1) Trieste, qualche attimo prima del corteo]]

«Questa situazione è stata gestita malissimo, – sostiene Gabriel Glisic, titolare del “Twins” in piazza Goldoni – l’avviso dell’obbligo di rimuovere i dehors doveva arrivare qualche settimana fa e non a due giorni dal corteo. Ho chiesto informazioni e sono stato rimbalzato tra Prefettura, Comune e Questura. Non c’è stato alcun rispetto per il nostro lavoro».

L’esercente di piazza Goldoni fa notare anche un altro aspetto. «Mi meraviglia che abbiano pensato ai dehors e non abbiano vietato per questo pomeriggio di vendere bottiglie di vetro. Hanno comunque creato un clima di paura, è ovvio che per un senso di responsabilità nei confronti dei miei dipendenti, nel pomeriggio chiuderò il locale. Tra rimozione dei dehors e i mancati incassi subirò un danno di circa 3 mila euro».

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) CasaPound “sfratta” auto e tavolini dei bar, esercenti in rivolta a Trieste]]

Gli fa eco Enrico Scatigna, titolare del Bar Caffè Goldoni: «Sembra che a nessuno interessi dei danni provocati da queste decisioni, – sostiene – manifestare è una cosa, fare danni un’altra. A chi ha autorizzato questi cortei vorrei chiedere chi risarcirà eventuali danni».

Anche i commercianti non hanno gradito le modalità con le quali è stata gestita la situazione. «In un giorno di festa in una città con vocazione turistica, – sostiene Roberto Doriguzzi del comitato Trieste Centro – le stesse autorità hanno consigliato di evitare il centro storico. Ci chiediamo se le istituzioni si rendono conto delle perdite economiche che inevitabilmente ci arrecheranno. Rispettiamo il diritto di ognuno a manifestare nella misura in cui non venga leso il nostro diritto a lavorare».

Sul versante del turismo, chi gestisce strutture ricettive in città denuncia alcune complicazioni. «Dare indicazioni a chi arriva o soggiorna in città è un problema, – sottolinea Guerrino Lanci, presidente di Federalberghi – per questo pomeriggio non sappiamo come spiegare loro che è meglio evitare il centro. Farli parcheggiare in prossimità di alcuni alberghi è un caos». –
 

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