Il Tirreno

Dal Pci ai Cinque Stelle, Pascucci: «Non ho cambiato convinzioni»

Manolo Morandini
Dal Pci ai Cinque Stelle, Pascucci: «Non ho cambiato convinzioni»

L'ex assessore di Cecina correrà da sindaco a Corleone. Da anni ha scelto di trasferirsi nella cittadina siciliana

08 ottobre 2018
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CECINA. Il meet up locale ha deciso. Maurizio Pascucci è il nostro candidato a sindaco. Qui Corleone, Sicilia. L’ex cecinese, classe 1964, una vita con il cuore a sinistra, dal 1990 al 2001 assessore comunale al Sociale, è in campo per il Movimento 5 Stelle. Per l’ufficialità manca la certificazione della lista da parte di Luigi Di Maio. A chi se lo ricorda sotto le bandiere dell’allora Partito comunista italiano Pascucci ribatte: «Il Pci non esiste più». E argomenta: «Nel Movimento ho trovato una mia coerenza tra quello che faccio e ciò che facevo prima. Non ho cambiato le mie convinzioni. Quando ero assessore scendevo in strada per bloccare gli sfratti esecutivi. Oggi faccio la pazzia di candidarmi a Corleone».

Pascucci non ha dubbi: «È una sfida che lascerà il segno in questa città, che da due anni è retta da una Commissione straordinaria, dopo lo scioglimento dell’amministrazione per infiltrazioni mafiose». La voce della sua candidatura è rimbalzata fino a Cecina. «Ho ricevuto molte attestazioni favorevoli da amici e di persone che per gli anni trascorsi non ricordo più. La sintesi è che non condividono la collocazione con i 5 Stelle, ma sono contenti di sapermi ancora in movimento».

Da cinque anni Pascucci è assistente parlamentare del senatore 5 Stelle Mario Giarrusso, eletto a Catania e componente della commissione antimafia. Ha lavorato per più di dieci all’Arci, coordinando le attività di chi dalla Toscana andava a lavorare nei campi confiscati ai mafiosi. Poi la scelta di trasferirsi in Sicilia. E dopo 9 anni dalla cittadinanza onoraria di Corleone dal 28 agosto è residente a tutti gli effetti. Si definisce un «emigrato in direzione contraria, verso il sud».

Tra i suoi incarichi la presidenza della cooperativa agricola Fior di Corleone. Delle quattro liste in corsa per le amministrative l’unica di partito è targata 5 Stelle. «Le altre si presentano come civiche – dice –. Alle politiche abbiamo preso il 54% dei voti ma il voto per le amministrative segue tutt’altre dinamiche, determinate da amicizie e parentele. Per vincere qui vige il maggioritario secco e basta avere un voto in più degli altri».

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