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il caso sui social 

Consigliere comunale offende prete su Facebook: denunciato

Francesco Turchi
Da sinistra il consigliere comunale Matteo Cioni e don Massimo Biancalani
Da sinistra il consigliere comunale Matteo Cioni e don Massimo Biancalani

A Vinci bufera su Cioni (Forza Italia) che scrive un commento pesante sul sacerdote in prima linea nell’accoglienza dei migranti: «Mi è partito per sbaglio»

31 agosto 2018
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VINCI. «Hanno chiuso il centro di accoglienza migranti di don Biancalani? E ora chi lo...»: un volgare riferimento alla sodomia che abbiamo deciso di sostituire con i puntini di sospensione, ma che non risparmia una querela per diffamazione all’autore. Una frase disgustosa e offensiva, su un social network che ogni giorno di più assume le sembianze di un’enorme centrifuga di veleni, insulti e fake news, alimentata da “webeti” (che hanno spazzato via le foto di animali, cene e ricordi) e nella quale cadono sempre più spesso anche i politici locali, tra emoticon di dubbio gusto e riferimenti sessisti tra ex compagni di partito.

Il commento in questione è da censura, chiunque ne sia l’autore. Se poi si scopre che a scriverlo è stato un consigliere comunale e in quanto tale, rappresentante delle istituzioni, allora il quadro diventa ancora più preoccupante.

Il caso è esploso la sera di martedì 28 agosto. Un utente di Facebook, scrive sulla sua bacheca: «Da uno a dieci, quanto vi dispiace che sia stato chiuso il centro accoglienza di don Biancalani, in quel di Vicofaro di Pistoia?». Il riferimento è alla chiusura temporanea della struttura (che ospitava dodici migranti), disposta dalla prefettura per ragioni di sicurezza dopo un sopralluogo di Asl e vigili del fuoco. Un provvedimento che ha scatenato polemiche a livello nazionale, con un botta e risposta (che finirà in tribunale), tra Matteo Salvini e il parroco in prima linea nell’accoglienza dei migranti, che denuncerà il ministro dell’Interno per una presunta allusione a sfondo sessuale.

Torniamo a l’altro ieri. Tra i primi a rispondere al quesito c’è Matteo Cioni, 38 anni, consigliere comunale di Forza Italia a Vinci e dipendente della locale Misericordia. Che risponde con una domanda che si commenta da sola. E che resta lì per alcuni minuti, fino a quando, viene cancellata. Senza un minimo accenno di scuse o tentativo di modifica. Semplicemente, sparisce. Ma nel frattempo in tanti hanno catturato l’immagine (che abbiamo a disposizione ma non pubblichiamo per rispetto dei lettori).

Tuttavia, secondo l’autore, niente è come sembra. Anzi: tutta colpa di una banale distrazione. E di non meglio precisate «solite persone che trovano ogni pretesto per attaccare su certi argomenti uno che è entrato per sbaglio in consiglio comunale e che non vede l’ora di finire».

Poi la sua versione: «Quando ho letto la domanda posta da un amico, volevo rispondere elencando tutte le offese che quel sacerdote ha ricevuto in questi mesi per il suo spirito di accoglienza. E poi chiedere, appunto, il perché di tutto questo». Ma una serie di coincidenze sfortunate, sempre secondo Cioni, hanno ribaltato la sua volontà, praticamente a sua insaputa: «Ho scritto le prime parole, poi ho ricevuto una telefonata. E il commento è partito così com’era». Ma non se ne è reso conto: «Dopo alcuni minuti mi ha mandato un messaggio un amico: ha letto la frase e mi ha chiesto spiegazioni. A quel punto mi sono reso conto dell’accaduto e ho eliminato il commento. Non volevo offendere nessuno. Ho sbagliato ma ho rimediato quasi subito».

Una versione che Cioni dovrà raccontare anche davanti a un giudice, visto che l’avvocato di don Massimo Biancalani, ha annunciato che sporgerà per conto del suo assistito una querela per diffamazione nei confronti del consigliere comunale vinciano. 

«Ho già parlato con don Massimo, nelle prossime ore formalizzeremo la querela per diffamazione nei confronti di Matteo Cioni». Così l’avvocato Stefano Lorenzetti del Foro di Prato, che segue molti dei migranti ospiti della parrocchia di Vicofaro, in particolare nei ricorsi dei richiedenti d’asilo contro i dinieghi della commissione territoriale: «Purtroppo – sottolinea il legale – sui social network si sta diffondendo un clima d’odio. La gente deve capire che scrivere una cosa su Facebook, è una cosa ben diversa da una conversazione privata tra due persone. Se vinceremo la causa utilizzeremo i soldi per i lavori nel centro di Vicofaro».


 

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