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Incremento boom dei canoni concessori, agricoltori nel guado

di Giulia Sili
Incremento boom dei canoni concessori, agricoltori nel guado

Pian d’Alma: aumenti del 600% per le aziende delle Bandite. Sinistra Italiana chiede una soluzione e il Comune è al lavoro

31 gennaio 2018
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SCARLINO. L’aumento del canone di concessione del 600% ha lasciato sbigottiti gli agricoltori che gestiscono le aziende agricole nell’area delle Bandite a Pian d’Alma, nel Comune di Scarlino. È stato rinnovato la scorsa settimana il contratto di quattro aziende agricole della zona: la loro concessione era scaduta da più di un anno ma il rinnovo tardava ad arrivare perché nel frattempo il canone di concessione è aumentato esponenzialmente per un adeguamento voluto dalla Regione.

Il canone per anni è stato basso mentre adesso risulta molto salato per quegli agricoltori che vivono e lavorano lì ormai da generazioni. Per questo motivo il circolo scarlinese di Sinistra Italiana ha voluto esprimere la propria solidarietà agli agricoltori di Pian d’Alma. Il Circolo condivide la denuncia di un sistema concessorio «che non dà garanzie di continuità a quelle famiglie che da generazioni operano su quelle terre anticamente incolte e da loro rese fertili e produttive – è il punto di vista espresso dal Circolo – e che ora sono costrette a subire i costi gravosi di canoni aumentati fino al 600%, di oneri fiscali pesanti e, in particolare, a sottostare ad obblighi e doveri della proprietà agricola mentre essi di fatto non sono proprietari».

Secondo Sinistra Italiana, dunque, la politica e le istituzioni devono impegnarsi per trovare soluzioni per il futuro. Intanto il Comune si è già mosso perché delle piccole migliorie vengano apportate ai contratti: è il caso della durata dei canoni, aumentati da 15 anni, come era stata scelto in principio, a 19.

Il Comune si è poi anche mostrato al fianco degli agricoltori che tanto hanno fatto tanto in questi anni per la valorizzazione del territorio. Si tratta di «Una positiva premessa – ha commentato Sinistra Italiana – anche se ancora insufficiente a garantire continuità al lavoro e sviluppo agli investimenti».

La speranza è quella che dalla Regione Toscana arrivi un ripensamento: «Riteniamo necessaria – dicono dal Circolo – una profonda revisione della normativa regionale che regola questo tipo di concessioni perché siano scongiurati e superati tutti i rischi di precarietà dando a queste operose famiglie stabilità e sicurezza al loro futuro».

Per fare ciò una proposta potrebbe essere quella di trasformare le concessioni in canoni di affitto o, dove ne esistano le condizioni, in piccola proprietà coltivatrici. Si tratta di idee che sono state proposte anche dall’ex presidente della Cia Enrico Rabazzi, e che puntano anche a «sviluppare economia, occupazione, tutela ambientale e del settore agricolo locale, nonché ad allontanare eventuali appetiti speculativi insiti nella qualità e nella felice collocazione di questo territorio».

La proposta di Sinistra Italiana è infine quella della creazione di un tavolo tra Comune e Regione affinché vengano prese in considerazione le varie proposte di modifica.

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